Dubbi aleggiano sulla scoperta di un elemento con numero atomico 122 individuato da un gruppo di ricerca israeliano
Alcuni ricercatori ritengono di aver scoperto l’elemento più pesante in natura all’interno di rocce della superficie terrestre. Altri scienziati però restano molto scettici sulla scoperta.
Amnon Marinov della Hebrew University di Gerusalemme, insieme al suo team ha analizzato una soluzione di minerali naturali. La soluzione purificata era composta di torio (elemento 90) ed è stata analizzata da uno spettrometro che è in grado di rilevare la massa (con inclusi i neutroni) dei singoli atomi. Oltre agli atomi di Torio il dispositivo ha individuato una manciata di atomi di massa molto superiore – poco sopra 292.
Secondo Marinov questa massa potrebbe corrispondere a un elemento di numero atomico 122, in un isotopo che contenga 170 neutroni. Oppure uno con numero atomico 124 e 168 neutroni. I calcoli però dimostrano che un elemento del genere dovrebbe essere molto instabile e decadere in pochi nanosecondi. Secondo Marinov questo elemento si troverebbe in uno stato eccitato.
Molti però restano scettici perché per permanere così a lungo nelle rocce terrestri il tempo di dimezzamento di questo atomo dovrebbe essere addirittura di 100 milioni di anni. In ogni caso secondo alcuni scienziati è molto strano che nessuno abbia mai trovato traccia di questo elemento prima, visto che si trova nelle rocce naturali. Secondo altri un numero così basso di misurazioni non è sufficiente per parlare di una scoperta. Per altri ancora se esistono isotopi superpesanti, devono avere un numero di neutroni maggiore di quello scoperto da Marinov, che ne ha 170: si pensa infatti che esista un’”isola di stabilità” oltre i 184.
È stata fotografata dagli astronomi un’esplosione avvenuta solo 140 anni fa vicino al centro della nostra Galassia
Il cervello compensa i piccoli ritardi con cui l’occhio registra le immagini del mondo facendo delle “previsioni sul futuro”
Una specie di crostaceo della barriera corallina australiana vede un mondo invisibile alla maggior parte degli altri animali
Una ricerca appena pubblicata su PloS ONE indica la temperatura e l'umidità come fattori determinanti nell'aderenza delle zampe del geco
Le persone più abili a interpretare le espressioni facciali hanno sistemi di neuroni specchio più attivi
Sequenziato il genoma dell’ornitorinco
La scoperta dei meccanismi molecolari che regolano l’assorbimento dell’energia solare nelle piante apre nuove frontiere di applicazione per i biocombustibili.
Gli animali possiedono una memoria episodica e sanno ragionare
Sul sito della NASA sono disponibili le immagini delle terre colpite da Nargis
Un nuovo modo di gestire il rischio attraverso i social network
Un nuovo modello matematico ipotizza che un tempo la Terra avesse più di un satellite
Alcune specie di insetti erbivori usano le radici e le foglie delle piante come trasmettitori di segnali
Uno studio dimostra come gli uccelli cerchino lo sguardo del possibile predatore per capire se sono in pericolo oppure no.
Per milioni di anni un sistema di feedback naturale ha garantito l’equilibrio della concentrazione di anidride carbonica atmosferica terrestre
Inventati gli eritrociti artificiali, utili in alcune malattie