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Resistere alle radiazioni

Un batterio rivela la chiave della resistenza alle radiazioni ionizzanti

Deinococcus radiodurans


Soprannominato Conan il batterio, Deinococcus radiodurans è in grado di sopravvivere a dosi di radiazioni ionizzanti migliaia di volte superiori a quelle che ucciderebbero un essere umano. Ma come fa?

La radiazione ionizzante spezza il DNA in piccoli frammenti; a lungo si è pensato che questa fosse la ragione della sua pericolosità,  spiega Michael Daly della Uniformed Services University of the Health Sciences a Bethesda, nel Maryland, USA.

Tuttavia, non sembra che sia davvero così, ha affermato Daly. L’assassino è, invece, un danno proteico. “L’abilità delle cellule di sopravvivere alla radiazione è fortemente dipendente dalla quantità di danni alle proteine causati durante l’irradiazione”. 

Esponendo Deinococcus e altri batteri resistenti alle radiazioni, il gruppo di Daly ha scoperto che la resilienza delle proteine di riparazione di una cellula è connessa al numero di ioni manganese all’interno della cellula stessa. Il manganese previene il danno ossidativo a carico delle proteine di riparazione e permette loro di attivarsi dopo che la radiazione ha danneggiato il DNA (PLoS Biology, 10.1371/journal.pbio.0050092).

In effetti questo significa che non importa se il DNA viene spezzettato, finché è possibile riappiccicarlo insieme con le proteine di riparazione. Questo significa che se il sistema di riparazione è mantenuto intatto – come Deinococcus – si può sopravvivere a dosi elevate di radiazioni.

Daly ipotizza che potrebbe essere possibile trasferire le proteine di riparazione di Deinococcus nelle cellule animali e aumentarne così la resistenza alle radiazioni. Questo potrebbe essere utile nelle missioni spaziali dove le radiazioni nocive sono un potenziale problema per i lunghi viaggi interplanetari.

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