Lo scioglimento dei ghiacci perenni libera gas serra ancora più pericolosi dell’anidride carbonica
Nella superficie dei laghi in disgelo della Siberia stanno affiorando bolle di metano in quantità molto maggiore di quanto registrato finora. Il gas, venti volte più potente dell’anidride carbonica come causa di effetto serra, proviene dallo scioglimento dei ghiacci perenni (il cosiddetto “permafrost”) che, a causa dei cambiamenti climatici, si stanno sciogliendo nella parte settentrionale della regione russa. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della Florida State University e della University of Alaska Fairbanks e i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature (vol. 443 n. 7107).
Il permafrost siberiano contiene depositi organici che si trovano congelati sin dal Pleistocene. Questi depositi sono costituiti in parte da metano che è rimasto imprigionato per più di 40 mila anni nei depositi di carbone. Questo metano rischia, una volta rilasciato nell'atmosfera, di peggiorare l'attuale effetto serra di cui soffre il pianeta, finendo per accelerare il ritmo del surriscaldamento globale.
«Questo non è un buon segno per il pianeta e per noi esseri umani», ha commentato Jeff Chanton, docente di oceanografia alla Florida State University e coautore dello studio. I ricercatori hanno sviluppato una nuova tecnica per effettuare misurazioni più precise del metano che viene rilasciato nell'atmosfera dalle paludi e zone umide, e hanno scoperto che si tratta di una quantità molto più grande rispetto a quella che era stata calcolata fino a questo momento.
Gli studiosi non sono comunque ancora in grado di prevedere gli effetti di queste massicce emissioni di metano, perché la concentrazione di questo gas è sempre stato piuttosto alto a quelle latitudini. Inoltre il contributo antropico nelle emissioni di questo gas gioca ancora il ruolo predominante rispetto a quello naturale. Secondo gli studi di Chanton l'espansione dei laghi in disgelo della Siberia dal 1974 al 2000 ha aumentato le immissioni di metano nell’atmosfera del 58 per cento.
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