Brutte notizie per gli appassionati di vita extraterrestre, gli esobiologi. Secondo un recente studio la concentrazione di sostanze chimiche contenute negli antichi oceani marziani avrebbero impedito lo sviluppo della vita. Ad affermarlo sono due ricercatori americani, James Greenwood della Wesleyan University e Ruth Blake della Yale University, in uno studio pubblicato sull'ultimo numero della rivista Geology.

Già da tempo i due rover marziani della Nasa avevano identificato sul pianeta rosso diverse tracce d’acqua liquida, mista però a tracce di solfati.

Secondo i due ricercatori questi minerali sarebbero stati disciolti all'interno di oceani grandi come l'intero pianeta. Ciò sarebbe deducibile non solo dalla presenza dei minerali in zone del pianeta lontane fra loro, ma anche dal fatto che il rapporto tra solfati e fosfati è uguale ovunque. Una prova evidente della dispersione dei minerali su uno specchio d'acqua molto grande e molto acido. Solo in un ambiente simile infatti i solfati di calcio si sarebbero potuti disciogliere con facilità.

La presenza massiccia di fosforo nell'acqua marziana è però una brutta notizia sul fronte della ricerca della vita extraterrestre. “Dai nostri primi calcoli sulla base di queste condizioni chimiche sembra improbabile l’esistenza nel passato di una biosfera simile a quella terrestre", dicono i due esperti.

Non tutti gli scienziati però sono d'accordo con l'ipotesi di un unico oceano. Alcuni pensano che potevano esistere diversi piccoli specchi d'acqua, come dei laghi, o che sia stato il vento a mischiare le sostanze, dando origine allo stesso rapporto tra solfati e fosforo in siti molto lontani fra loro sul pianeta.