I due astrofisici statunitensi Smoot e Mather hanno studiato la radiazione cosmica di fondo, traccia fossile del Big Bang
Sono John C. Mather del Goddard Space Flight Center di Greenbelt e George F. Smoot dell’University of California di Berkeley i due vincitori del premio Nobel per la fisica 2006. I due ricercatori statunitensi si divideranno le 10 milioni di corone svedesi per la loro scoperta della forma del corpo nero e dell'anisotropia della radiazione cosmica di fondo. Il lavoro è frutto dell’analisi dei dati del satellite della NASA COBE che ha consentito di dare uno sguardo al passato dell'Universo e di analizzare i meccanismi di formazione delle galassie e delle stelle. I risultati ottenuti da COBE hanno aumentato il sostegno degli scienziati alla teoria del big bang, in quanto si tratta dell'unico scenario che prevede la radiazione cosmica di fondo misurata dal satellite.
La radiazione cosmica di fondo è un relitto della fase iniziale dell'Universo: subito dopo il big bang stesso infatti l'Universo era un corpo che emetteva radiazioni, in cui la distribuzione delle varie lunghezze d'onda dipendeva unicamente dalla temperatura del corpo stesso. Le analisi hanno dimostrato che la forma dello spettro di questa radiazione era di tipo speciale ed era conosciuta come radiazione del corpo nero. Quando questa radiazione è stata emessa, la temperatura dell'Universo era di circa 3000 gradi, ma è poi scesa man mano che l'Universo stesso si è espanso. Oggi la radiazione di fondo corrisponde a una temperatura che è di soli 2,7 gradi al di sopra dello zero assoluto.
COBE ha anche consentito di individuare delle piccole variazioni di temperatura in differenti direzioni, chiamate anisotropie. Differenze così piccole (circa di un centimillesimo di grado) offrono un importante indizio su come si sono formate le galassie. Le variazioni di temperatura mostrano infatti come la materia dell'Universo ha iniziato ad aggregarsi. Senza questo meccanismo, l'Universo come lo conosciamo oggi non esisterebbe e la materia sarebbe diffusa ovunque invece di aggregarsi a formare stelle e pianeti.
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