Uno studio su un portale ungherese dimostra che le news sulla rete non sopravvivono in media più di 36 ore.
La vita delle notizie pubblicate sulla rete di internet non è molto lunga. Anzi, secondo alcuni ricercatori ungheresi e americani non dura più di 36 ore. Sono queste le conclusioni di uno studio realizzato da Zoltan Dezs dell'Università di Notre Dame nell'Indiana condotto su un portale ungherese chiamato Origo. Sebbene il campione sia estremamente limitato, il ricercatore ritiene che si possa applicare a qualsiasi altro tipo di portale internet, in particolare a quelli dove le notizie vengono pubblicate regolarmente.
Secondo Dezs, lo studio permette di scoprire quali sono le notizie che hanno un impatto maggiore e quali siano anche i comportamenti degli utenti che si collegano al portale. In un solo giorno su Origo vengono pubblicate circa 3908 notizie e vengono registrati circa 6 milioni e mezzo di contatti. Ogni singola notizia riceve il massimo di contatti entro 24 ore dalla sua pubblicazione e poi il numero di contatti scende vertiginosamente.
In media, un lettore riesce a vedere il 53 per cento delle notizie prima che scompaiano, mentre ne scarica solo il 7 per cento. In media dopo tre giorni le notizie non sono più cliccate e per giorni si intendono tre periodi da dodici ore visto che il sito è ungherese e non ci sono contatti da paesi esteri con differenti fusi orari.
Secondo gli esperti questi dati potrebbero essere usati per creare delle liste di notizie "intelligenti", che consentirebbero alle notizie più cliccate e lette di balzare automaticamente nella prima posizione della lista in modo da essere ancora più evidenti. Alcune storie hanno comunque una vita media più lunga delle altre. E questo generalmente dipende dal fatto che viene ripresa da più siti e inserita all'interno di blog particolarmente popolari. In media però, i reporter on line non possono certo pretendere di scrivere per la posterità.
Scorte di gas maggiori o un processo di formazione stellare ritardato potrebbero essere all'origine del loro colore blu.
Esperto britannico suggerisce che questa volta l'epicentro potrebbe essere nei pressi delle Isole Mentawai, e teme un nuovo tsunami.
In una baia australiana scoperta la prima prova di trasmissione culturale tra mammiferi marini.
Le galassie solitarie formano più stelle.
Osservate da un altro sistema solare potrebbero essere scambiate per pianeti rocciosi simili alla Terra.
Analisi del tessuto fossilizzato svelano il sesso di un T-Rex e confermano il legame evolutivo tra i grandi rettili e gli uccelli.
Meccanismi geologici potrebbero spiegare la presenza del gas che alcuni ricercatori avevano associato all'attività batterica.
È una simulazione ha anche visto la nascita delle quasar ottenendo così per la prima volta un risultato così ampio.
L'uomo scagionato dall'accusa di aver distrutto la megafauna del Pleistocene dal continente australiano.
Le cerimonie con l'uccisione dei bambini durante l'impero incaico avevano un profondo significato sociale e politico oltre che religioso.
Lo studio condotto da ricercatori italiani ha permesso di misurare il restringimento dell'orbita delle due stelle.
Dalle pagine di Science un modo per spiegare una delle congetture più famose su questi numeri.
I suoi lavori sui sistemi non lineari complessi gli sono valsi il l'equivalente per la matematica del Nobel.
Sempre più travagliata la nascita del reattore sperimentale a fusione nucleare.
Un gioco di attrazione gravitazionale tra i giganti gassosi spiegherebbe perché il Sistema solare è così come lo osserviamo oggi.
Nel tentativo di favorire lo sviluppo dei progetti di colonizzazione, la Nasa offre 250 mila dollari per estrarre l'ossigeno dal suolo lunare.
La mappa aggiornata dei venti sui cinque continenti mostra che le turbine eoliche potrebbero coprire di 40 volte il fabbisogno di energia elettrica.
La struttura di rete dei viaggi aerei internazionali offre lo strumento per evitare la diffusione di malattie epidemiche.
Su Science ricostruite le caratteristiche del sisma che a Santo Stefano ha causato lo tsunami nell'Oceano Indiano.