I laboratori nati per sviluppare la bomba atomica saranno messi all'asta dal Congresso americano e già comincia il toto-nuova gestione. E con lui, anche le polemiche.
La decisione di mettere all'asta i laboratori da due miliardi e duecento milioni di dollari l'anno è stata presa dal Dipartimento dell'Energia sulla base di una votazione del Congresso Usa risalente al 2003. Spazientito per errori di gestione e problemi di sicurezza di quella che doveva essere la maggiore installazione per la ricerca nucleare del paese, il Congresso aveva deciso di risolvere il problema affidandosi ai meccanismi di libero mercato per la prima volta dalla creazione dei laboratori, avvenuta nel 1943 per sviluppare la bomba atomica.
Adesso due consorzi competono fra loro per ottenere la gestione dei laboratori nucleari nel Nuovo Messico: uno è guidato dall'Università della California (che ha gestito finora i laboratori) assieme a un appaltatore di San Francisco, la Bechtel, e l'altro è guidato dal gigante del settore della Difesa Lockheed Martin e dall'Università del Texas. La Lockheed Martin ha annunciato che accanto all'Università del Texas ci saranno altri atenei texani e l'Università del Michigan per rendere più forti le credenziali scientifiche e accademiche del consorzio. Esistono anche altri concorrenti, ma il dipartimento dell'Energia ha reso noto l'identità solo di un terzo gruppo, formato da due organizzazioni anti-nucleari, la Nuclear Watch del Nuovo Messico e la Tri Valley CAREs di Livermore in California. Secondo i bene informati, però, non hanno nessuna probabilità di vincere.
Molti scienziati addetti allo sviluppo delle armi nucleari hanno espresso notevoli timori sul fatto che i laboratori possano finire sotto il controllo di una grande corporation. La paura è che si possa passare da laboratori orientati soprattutto sulla scienza, a laboratori con il profitto come obiettivo principale e che l'atmosfera all'interno della struttura cambi. Altri, però, hanno sottolineato la gestione non adeguata dell'Università della California e hanno auspicato che i californiani siano sostituiti da manager più all'altezza. La disputa viene riportata da Science Now.
La loro lingua non è in grado di gustare il sapore dolce: lo rivela un'analisi genetica. E il motivo sarebbe l'accumulo di mutazioni nei geni preposti a codificare per proteine recettrici.
Secondo l'esame delle meteoriti marziane cadute sulla Terra effettuato da due ricercatori americani, il Pianeta Rosso sarebbe stato un pianeta ghiacciato per quasi tutta la sua vita.
Secondo un ricercatore americano, oltre l'orbita di Nettuno si nasconderebbero altri pianeti del Sistema solare. Ma non pianetini delle dimensioni di un asteroide. Pianeti veri, grandi anche come il nostro.
Non si fa ingannare dagli spostamenti dello zooplancton ed è capace di modificare le sue abitudini pur di cacciarne le quantità maggiori che può.
Secondo un archeologo olandese che ha datato con il radiocarbonio i resti trovati nelle catacombe romane, i cimiteri sotterranei cristiani sarebbero più giovani di quelli ebraici di almeno un secolo.
Nelle persone obese i problemi di memoria, Alzheimer compreso, sono più frequenti che nelle altre. Lo ha dimostrato una ricercatrice scozzese che ora punta il dito su un ormone prodotto dal tessuto adiposo.
L'analisi conferma i dati sismologici. Ma i suoni non sono stati fatti ascoltare ai giornalisti, perché raccolti da strumenti classificati "segreti".
Scoperto in un sistema binario a 350 anni luce di distanza dalla Terra, rivoluziona le teorie sulla formazione dei pianeti.
In futuro forse avremo carte di credito inserite direttamente nelle unghie delle dita di una mano.
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Laghi dell'isola artica canadese di Devon sono risultati inquinati a causa degli escrementi degli uccelli.
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Nuova ipotesi per riuscire a tornare indietro nel tempo, frutto delle intuizioni di un fisico israeliano.