Grazie alla collaborazione di un gruppo internazionale di astronomi e all'osservazione del cielo con tutti i telescopi più potenti oggi a disposizione, è stata determinata la massa di una nana bruna e di una sua compagna.
Un gruppo internazionale di astronomi, utilizzando i telescopi più grandi del mondo è riuscito a misurare direttamente la massa di una nana bruna 'ultra-cool' e della sua stella compagna. La prima stella ha dimensioni simili a quelle di Giove: la sua massa è infatti appena il 6,6 per cento della massa del nostro Sole. La sua compagna invece ha una massa pari all'8,5 per cento di quella del Sole.
Lo studio descritto dalla Nasa, l'ente spaziale statunitense, rappresenterebbe è la prima misura mai effettuata di un oggetto stellare che potrebbe far parte di una nuova classe di nane brune di piccola massa estremamente fredde. La caccia alla massa della nana bruna è iniziata nel 2000 quando l'Hubble Space Telescope ha scoperto una nana bruna che ruotava assieme a una stella catalogata come 2MASSW J0746425+2000321.
Nei quatto anni che sono seguiti a quella scoperta, i due corpi celesti sono stati seguiti da una rete di telescopi che prevedeva, oltre all'Hubble, anche l'European Southern Observatory's Very Large Telescope (in Cile), il Gemini North e il Keck Telescope (entrambi alle Hawaii). La massa delle due stelle è stata misurata grazie al moto orbitale dei due oggetti. È la prima volta che viene misurata la massa di una stella nana bruna così piccola e che occupa, all'interno del complesso delle popolazioni stellari dell'Universo, una posizione intermedia tra le stelle più brillanti e i pianeti più massicci. Le nane brune sono stelle "mancate", nel senso che si tratta di corpi celesti con una massa insufficiente per innescare i processi di fusione termonucleare che portano alla formazione di una stella.
Osservare questo sistema binario non è stato facile. A parte il fatto che si tratta di oggetti di luminosità molto limitata, la separazione tra le due stelle è di appena un ventimillesimo di grado: l'equivalente di una moneta da 1 euro vista a 25 chilometri di distanza.
Grazie al ferro fa un passo in avanti la refrigerazione magnetica che sfrutta per raffreddare il cambiamento di temperatura di un materiale causato dall'allineamento degli spin magnetici.
Secondo i meteorologi inglesi, l'effetto 'isola di calore' che già oggi contraddistingue le città rendendole più calde delle campagne si intensificherà nei prossimi anni
Secondo alcuni ricercatori spagnoli, gli ominidi di 350 mila anni fa avevano un udito del tutto simile a quello che abbiano noi oggi.
È la Spaceship One, che diventa così la pretendente più quotata all'Asari X Prize, un premio di dieci milioni di dollari destinato alla navetta in grado di compiere per due volte consecutive in due settimane un volo suborbitale.
Uno studio genetico pubblicato su Science dimostra che l'addomesticamento dell'asino iniziò nel Continente Nero circa 5-6 mila anni fa.
Le immagini scattate dalla sonda della Nasa rivelano che la superficie della cometa è ricoperta da crateri, pinnacoli e canyon.
In un arcipelago del Mare di Bering esperti dell'Università dell'Alaska hanno trovato i resti di una popolazione di mammut che si estinse ben 6 mila anni dopo la scomparsa di gran parte della specie.
Dopo 20 anni la primatologia mondiale fa nuovamente tappa in Italia. Allarme per il rischio estinzione di molte specie di primati.
Dall'Entrerpise ai laboratori americani e austriaci il teletrasporto diventa una realtà. Gli scienziati sono riusciti a teletrasportare rispettivamente lo stato quantico di uno ione di berillio e di calcio, aprendo nuovi orizzonti nella ricerca sulla trasmissione delle informazioni.
La risposta delle cellule immunitarie a tumori o infezioni può essere seguita da vicino "marcando" le cellule con una sostanza fluorescente estratta dalle meduse e registrata dalla PET.
Un singolare esperimento ha coinvolto quaranta volontari: in giro per Londra con un nuovo telefonino a scambiarsi sensazioni e informazioni per avere una mappa umana e interattiva della città.
Il vero Jurassik Park potrebbe essere nel nord est della Cina. Lì è stato ritrovato un uovo di Pterosauro perfettamente conservato dopo 121 milioni di anni. L'embrione è perfettamente formato e probabilmente era a pochi giorni dalla schiusa dell'uovo.
Una riserva di carbonio nel suolo renderebbe i terreni più produttivi e ridurrebbe la quantità di monossido di carbonio nell'atmosfera, riducendo così anche i rischi del riscaldamento globale.
Dopo un anno di commissariamento il Cnr è pronto a riorganizzarsi. Adriano De Maio, fautore del cambiamento, ha consegnato le chiavi della prima istituzione nazionale di ricerca a Fabio Pistella, nuovo presidente del Cnr dal maggio scorso.
Nel 1859 il matematico pubblicò una congettura, senza provarla, su come i numeri primi sono distribuiti in mezzo agli altri numeri. Da allora questa ipotesi ha rappresentato un rompicapo per i matematici. Un ricercatore della Purdue University sostiene di aver risolto l'arcano a 145 anni di distanza.
È stato estratto in Antartide un pezzo di ghiaccio risalente a 740 mila anni fa. Gli scienziati sperano di poter ripercorrere le vicende del clima della terra per capire a cosa sia dovuto il riscaldamento a cui stiamo assistendo e se è vero che siamo alle soglie di una nuova era glaciale.
Un potente spettroscopio capace di assorbire la luce nel lontano infrarosso ha individuato la presenza di azoto molecolare nello spazio interstellare fuori dal sistema solare. Si aprono nuove prospettive sullo studio della formazione dei sistemi planetari e della vita sulla terra.
Dietro l'affascinante varietà di gusci colorati e multiformi degli odierni molluschi marini ci sarebbe un fenomeno geologico e il conseguente aumento del calcio disciolto nei mari. Il segreto è stato svelato con delle analisi su delle particolari rocce salate.
Un enorme meteorite, risalente a circa due miliardi di anni fa, si sarebbe schiantato sul suolo del Canada con una forza tale da sprofondare nelle viscere della terra e portare in superficie in un raro metallo.
In condizioni di clima secco, sarebbero le piante degli ambienti piovosi a sopravvivere meglio. E non i cactus, come ci si aspetterebbe. Questa osservazione conduce gli scienziati a introdurre un nuovo parametro per lo studio degli ecosistemi.