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Gli uomini al Polo Nord già 30 000 anni fa

Rinvenuto un insediamento nell'Artico che testimonia la presenza dell'uomo nella regione già 30 mila anni fa, oltre 15 mila anni prima di quanto fino a oggi stimato. La scoperta opera di un gruppo di scienziati russi guidati da V.V. Pitulko è descritta su "Science".

Gli uomini vissero nella regione artica anche durante l'ultima glaciazione e non colonizzarono la zona solo quando i ghiacci iniziarono a ritirarsi. La scoperta arriva da un gruppo di archeologi russi dell'Istituto di Storia di Materiali e Culture guidati da V.V. Pitulko che hanno pubblicato un articolo sulla rivista "Science".

Secondo i campioni raccolti, l'Homo sapiens era in grado di vivere nell'Artico già 30 000 anni fa, cioè quando esisteva un ponte di terra che univa l'Asia all'America, attraverso lo Stretto di Bering. I ricercatori hanno scoperto un sito su una sporgenza del fiume Yana a una latitudine di 71º nord. Nella zona sono stati trovati manufatti in osso di vari animali quali: mammut lanoso, cavalli, bisonti e lupi, oltre a diversi strumenti in pietra e tracce di pigmenti di ocra rossa. Da più di 100 anni gli archeologi speculano sulla possibilità che l'uomo abitasse la regione artica già nel Pleistocene, ora se ne ha finalmente la prova.

L'ambiente del delta del fiume Yana, doveva apparire in epoca preistorica come una pianura alluvionale ricoperta da tundra. La presenza della vegetazione poteva sostentare la sopravvivenza dei grossi erbivori. L'analisi dei pollini dimostra che la regione doveva essere ben più calda di oggi sembra, infatti, che questa parte dell'Asia non fu mai ricoperta dalle calotte polari e per questo avrebbe potuto ospitare l'uomo in epoca così remota. Il sito ufficialmente riconosciuto come l'insediamento più antico nell'Artico fino a oggi è l'insediamento di Berelekh a 70º di latitudine nord, datato tra i 13 000 e 14 000 anni fa.

2 gennaio 2004

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30 dicembre 2003

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