La vita negli oceani dipenderebbe da una sola grande corrente nell'emisfero meridionale, la sua circolazione assicura la distribuzione dei nutrienti negli oceani. Questa scoperta dimostra che la vita oceanica è molto più esposta ai cambiamenti climatici di quanto si sia ipotizzato sino a oggi.
La vita negli oceani sarebbe dipendente da una sola grande corrente nell'emisfero meridionale, la sua circolazione assicura la distribuzione dei nutrienti negli oceani. Secondo questa teoria le acque ricche di nutrienti salgono dalle profondità e poi si diffondono attraverso i mari. Lo sostiene un gruppo di oceanografi guidati da Jorge Sarmiento dell'Università di Princeton, che ha pubblicato un articolo sull'ultimo numero della rivista "Nature".
Secondo Sarmiento, questa scoperta dimostra che la vita oceanica è molto più esposta ai cambiamenti climatici di quanto normalmente si pensi. Infatti, variazioni anche minime della temperatura globale potrebbero innescare una serie di reazioni a catena tali da stravolgere la vita marina. Mentre sino a oggi gli oceanografi hanno descritto e individuato molti modelli di circolazione delle correnti marine, questo studio dimostra che circa tre quarti dell'attività biologica dei nostri oceani dipende unicamente da questa corrente.
Questa scoperta fornisce finalmente la risposta a una domanda che per decenni ha assillato gli studiosi: cosa determina la fertilità degli oceani? In pratica la sostanza organica morta, originata dalle spoglie di tutti gli organismi marini si deposita sul fondo degli oceani dove viene mineralizzata, grazie all'attività dei batteri che la decompongono. Sul fondo degli oceani si trova quindi uno strato di preziosi nutrienti che vengono riportati in circolo proprio da questa corrente. La corrente affiora all'altezza dell'Oceano Antartico, dove la densità dell'acqua è minore e da qui si diffonde verso nord. Nell'emisfero settentrionale questo flusso di acqua affonda nuovamente, ridando vita al ciclo e riportando costantemente in superficie acque ricche di sostanze nutritive.
Ha deciso di rinunciare al sesso almeno 40 milioni di anni fa. Si tratta di un piccolo animaletto, il Bdelloidea rotifera, che popola alcuni stagni ed è un caso unico: infatti ha rinunciato alla riproduzione sessuata per la partenogenesi.
Il salmone è sempre più diffuso sul mercato mondiale, a prezzi ormai accettabili. La sua produzione è aumentata del 40 per cento negli ultimi 20 anni. Ma secondo alcuni ricercatori, molti allevamenti potrebbero essere a rischio.
Abbiamo due braccia, due gambe e due occhi. Ma il nostro corpo nasconde una grande asimmetria. Che potrebbe avere origine dagli ioni di calcio.
Spirit invia immagini ad alta risoluzione del suolo marziano. Attesa per la sonda Opportunity che ci mostrerà l'altro volto di Marte. Mentre la sonda Stardust ha raccolto polvere di cometa viaggiando attraverso la scia di Wild 2.
La musica più complessa al mondo è una melodia poco nota dell'isola di Giava, chiamata gamelan. Lo hanno stabilito gli esperti dell'Università brasiliana di Alagoas, per i quali la melodia indonesiana è molto più complessa anche della musica classica occidentale.
I cambiamenti climatici potrebbero portare un quarto degli animali e delle piante verso l'estinzione. Infatti, un grande studio pubblicato su "Nature" mostra che fra il 15% e il 37% di tutte le specie nelle regioni considerate potrebbero estinguersi entro il 2050.
Astronomi australiani hanno individuato una zona abitabile vicino al centro delle nostra galassia. Si tratta di un "anello di stelle" nate circa 8 miliardi di anni che hanno tutti i requisiti necessari per ospitare la vita.
Un gruppo di scienziati francesi ha studiato come ottenere il massimo numero di rimbalzi da una pietra piatta lanciata sull'acqua. La formula verrà applicata alle navi spaziali che al rientro in atmosfera si comportano proprio come i sassi sull'acqua.
Rinvenuto un insediamento nell'Artico che testimonia la presenza dell'uomo nella regione già 30 mila anni fa, oltre 15 mila anni prima di quanto fino a oggi stimato. La scoperta opera di un gruppo di scienziati russi guidati da V.V. Pitulko è descritta su "Science".
Scienziati americani e israeliani hanno identificato un gruppo di sostanze capaci di inibire la tossina dell'antrace. Questa scoperta potrebbe condurre alla realizzazione di un antidoto contro l'infezione, da usare quando quest'ultima si è già diffusa e gli antibiotici non hanno più effetto.