Grandi speranze per Marsis, il radar italiano a bordo della sonda Mars Express. L'asso nella manica della missione Esa è in grado di scandagliare fino a cinque chilometri di profondità dalla superficie di Marte. E potrebbe essere sua l'ultima parola sulla presenza di acqua su Marte.
Gli scienziati del team di Marsis sono già col fiato sospeso: al via il 26 aprile il test di funzionalità di Marsis, il radar a bordo di Mars Express che promette dati importanti sul caso "acqua su Marte". Permetterà infatti una visione profonda del sottosuolo marziano, dove molti ricercatori sospettano che sia depositata parte di quell'acqua che sarebbe scomparsa dalla superficie, lasciando evidenze indirette: sedimenti, rocce consumate dall'azione meccanica del liquido, solfati residui di probabili antichi laghi salati.
Il radar, realizzato da un team guidato da Giovanni Picardi dell'Università di Roma, scandaglierà il sottosuolo marziano fino a una profondità di 3, 4 forse anche 5 chilometri.
Marsis osserverà di notte la superficie del pianeta utilizzando onde radio a basse frequenze. Mentre di giorno, quando la luce solare ionizza l'alta atmosfera e riflette le onde inviate dallo strumento, misurerà la densità di elettroni nella ionosfera. Attraversando i primi strati di materiale, il radar sarà anche in grado di discriminare tra acqua in forma liquida e solida (ghiaccio). Marsis, però, avrà anche altri compiti: stabilire lo spessore di sabbia in corrispondenza delle aree caratterizzate da dune, identificare strati di sedimenti in bacini sospettati di aver ospitato laghi o oceani, e distinguere i confini di differenti affioramenti lavici dovuti alla pregressa attività vulcanica.
Il 26 aprile si avviano dunque le operazioni di deployment, cioè l'apertura dell'antenna principale per un'estensione totale di 40 metri, e di quella secondaria, con i suoi 7 metri di lunghezza.
A partire da giugno, poi, l'orbiter si troverà in posizione favorevole per studiare la calotta polare australe e i terreni stratificati circostanti e allora Marsis sarà utile per ricostruire la storia dei cambiamenti climatici del pianeta.
Utilizzare batteri geneticamente modificati per fare in modo che nelle cellule tumorali si attivi la risposta ai farmaci anti-cancro. È una nuova via proposta da ricercatori inglesi per contrastare la malattia senza ripercussioni sui tessuti vicini
Sotto a un testo religioso del 1239 si nasconde un trattato del famoso scienziato siracusano. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione del Cnr stanno cercando di renderlo nuovamente leggibile.
Kaidun, il meteorite caduto nel 1980 nello Yemen, potrebbe essere unico nel suo genere. Dopo anni di studi, si fa largo la probabilità che questo derivi da Phobos, la più grande delle due lune di Marte.
Gli altissimi colossi che si ergono nei cieli dei grandi parchi californiani, non possono crescere all'infinito (in altezza). Anche per loro c'è un limite, dovuto alla capacità di portare acqua prelevata dal sottosuolo.
Gli etruschi sono una delle più antiche e misteriose civiltà italiche. Eppure l'antica popolazione etrusca non sembrerebbe aver lasciato traccia genetica nelle attuali popolazioni che vivono in Toscana, Alto Lazio ed Emilia Romagna.
Un quadro preoccupante, tra punti caldi e caldissimi delle coste italiane. Soprattutto perché non sembra risparmiare nemmeno le aree marine protette, dove abbondano inquinanti di tutti i tipi. Lo dice un rapporto ministeriale e lo commentano Legambiente e Wwf.
Il motore molecolare che muove i nostri muscoli finalmente rivela i suoi segreti, grazie a un fascio di fotoni e alla sua rifrazione, che ha permesso di misurare per la prima volta il tempo di contrazione di ogni singola fibra.
L'Egitto restituisce un'altra stele vecchia di più di duemila anni, che contiene iscrizioni in tre lingue diverse. Sarebbe la testimonianza di un decreto reale del faraone per la modifica del calendario.
Schermo, tastiera e persino il mouse. Un'azienda svedese li sta producendo in legno, per produrre un computer eco-sostenibile che non diffonde nella natura rifiuti di plastica. E il business è appena cominciato.
Sarebbe un abbeveratoio scavato in epoca storica dalle popolazioni abruzzesi, e non un cratere meteoritico. Finisce così il mito del meteorite di Costantino, con uno studio geofisico e geochimico del suolo condotto dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Chiarito il mistero delle rotte infallibili degli uccelli migratori: non sarebbe soltanto la capacità di avvertire la direzione dell'asse magnetico terrestre a indicare agli stormi dove è il nord. Ma anche l'osservazione del Sole, che tramonta sempre a ovest.
Il vecchio detto potrebbe essere al capolinea. Uno studio pone l'attenzione sullo stato di salute dei pesci. Potrebbe esserci il rischio di sottostimare una situazione di riduzione drastica del numero degli esemplari.
Le connessioni fra le diverse, e sempre nuove, discipline scientifiche costruiscono una rete di rapporti complessi, in continua evoluzione anche grazie alle possibilità fornite dalla tecnologia. Qualcuno ha cominciato a disegnare le prime mappe per orientarsi in questa rete del sapere contemporaneo.
Intrappolare nei pozzi di petrolio nel sottosuolo l'anidride carbonica emessa dalle attività umane costa troppo. La bocciatura del progetto arriva dal governo britannico: troppo costoso, quindi non sostenibile.
L'intuizione fulminea e illuminante che ci fa risolvere i problemi più insidiosi ed esclamare "Eureka!" quando finalmente abbiamo la soluzione in pugno, è stata per la prima volta studiata con le tecniche di imaging cerebrale.
La scoperta ci potrebbe avvicinare alla comprensione di questa malattia infiammatoria cronica dell'intestino, per la quale non esistono ancora terapie in grado di portare a guarigione e le cui cause sono tuttora oscure.
Viaggiano quasi sospesi da terra e sono velocissimi. Peccato che Maglev, i treni a levitazione magnetica facciano un gran fracasso, fastidioso per chi abita vicino alla ferrovia quasi come quello del rombo di un aeroplano.
Le immagini di Saturno della sonda Cassini raccontano, per la prima volta con grande precisione, di due tempeste enormi che si sono rincorse e poi fuse tra loro sulle superficie di Saturno, il pianeta più ventoso del Sistema Solare.
È un micione di otto mesi, sepolto a pochi centimetri dal suo padrone. Secondo gli archeologi, la scoperta sarebbe la prova definitiva che l'amicizia tra uomo e gatto è molto più antica di quanto non si pensasse finora.