Armenia
Coordinate: lat. 41° – 39° N; long. 43° – 47° E
Superficie: 29 743 kmq
Popolazione: 3 238 000 ab. (stima 2009)
Capitale: Yerevan
Città principali: Gyumri e Vanadzor
Gruppi etnici: 93% armeni, 3% azeri, 2% russi, 2% curdi e altre popolazioni nomadi
Lingua: armeno (ufficiale), curdo, russo
Religione: 94% ortodossa armena, 4% altre religioni cristiane, 2% yezidi (zoroastrica)
Ordinamento dello stato: repubblica presidenziale
PIL pro capite: 3.900 dollari
Settori/prodotti principali: macchine utensili per il taglio dei metalli, ferraglia, minerali ramiferi, motori, autocarri, chimica, microelettronica, sviluppo di software, taglio di pietre preziose, diamanti, gioielli, abbigliamento (maglieria e seta), brandy, frutta, ortaggi
Utenti internet: 208,200 (2009) – 138° posto su 216 Stati considerati
Indice di sviluppo umano: 0,798 su una scala da 0,300 a 1,000 (84° posto)
L’Armenia, la più piccola delle ex repubbliche sovietiche, si estende sui rilievi del Piccolo Caucaso tra catene montuose, altipiani vulcanici e fosse di sprofondamento come quella che ha dato origine al Lago di Sevan.
Stretta tra Georgia, Azerbaijan, Iran e Turchia, l’Armenia attualmente occupa solo un decimo del proprio territorio storico.
Gli armeni chiamano la propria madrepatria Hayastan, “la terra di Haik”. Secondo un’antica tradizione Haik sarebbe il pronipote di Noè e progenitore di tutti gli armeni; “-stan” è un suffisso di origine sanscrita che significa “terra”.
Il termine Armenia, invece, è stato coniato dai popoli confinanti e deriva da Armenak (o Aram), il grande condottiero discendente di Haik.
L’Armenia è il primo regno nella storia ad aver adottato nel 301 d.C. il cristianesimo come religione ufficiale. La tradizione fa risalire la conversione del re Tiridate III e della sua corte a San Gregorio, detto l’Illuminatore. Per questo motivo la Chiesa Apostolica Armena, una delle “chiese precalcedonite” cioè quelle che non riconoscono il quarto Concilio Ecumenico di Calcedonia (451 d.C), è conosciuta anche come Chiesa Gregoriana.
Uno dei simboli storici dell’Armenia è il monte Ararat che, nonostante faccia oggi parte della Turchia, rappresenta ancora le antiche radici bibliche di questa nazione.
Anche le origini dell’alfabeto armeno sono legate alla sfera religiosa. L’alfabeto venne infatti inventato nel 405 d.C. dal monaco predicatore Mesrop Mashtots per differenziare l’Armenia dalle potenze circostanti e mantenere vive, anche nei lunghi periodi di dominio straniero, le tradizioni cristiane. Una delle primissime opere tradotte, e forse la più bella visto che è conosciuta come “La regina delle traduzioni” è proprio la Bibbia. L’invenzione segnò l’inizio di un periodo d’oro nella letteratura e nella vita spirituale della Chiesa.
La storia dell’Armenia vede alternarsi brevi periodi di autonomia a lunghe conquiste da parte dei grandi imperi (romano, bizantino, arabo, persiano e ottomano) e delle potenze confinanti, ultima delle quali proprio l’Unione Sovietica.
Il capitolo più triste della storia di questo popolo si apre nella notte del 24 aprile 1915, data d’inizio de “Il grande Male – Metz Yeghern”, termine con cui gli armeni definiscono il genocidio perpetrato dal governo dei Giovani Turchi nei confronti del popolo armeno.
Dal 1915 al 1923 il popolo armeno, presente nell’area anatolica fin dal VII secolo a.C. è stato sistematicamente deportato verso il deserto di Der-Es-Zor e sterminato.
Non si sa precisamente quante persone persero la vita, ma si parla di oltre un milione e mezzo di armeni.
La deportazione e lo sterminio del 1915 sono stati preceduti dai pogrom voluti dal Sultano Abdul Hamid II nel 1894-96 e da quelli del 1909 attuati sempre dal governo dei Giovani Turchi.
Il genocidio degli armeni, il primo del XX secolo, ha generato una vasta diaspora armena in tutto il mondo.
Un altro evento devastante per l’Armenia è stato il terremoto del 7 dicembre 1988: una scossa pari a 6.9 gradi della scala Richter provocò più di 25.000 morti, decine di migliaia di feriti e una desolazione che durò per molti anni a venire.
Arte e cucina
La forma d’arte più visibile in Armenia è l’architettura della chiese e dei monasteri. Più semplici di quelle russe, questi edifici hanno una struttura massiccia, singolari cupole a cono o a piramide, fregi decorativi in pietra e incisioni con croci. Raramente vi si trovano affreschi iconografici o a mosaico mentre splendidi sono gli esempi di miniature su manoscritti.
La letteratura armena è ricca di proverbi, fiabe e racconti popolari.
Tantissime sono le specialità della cucina armena che alterna piatti tradizionali a ricette diffuse in tutte le regioni orientali. Tra queste ricordiamo il Lavash, una piada sottile fatta con farina di frumento o con un mix di farine diverse (frumento, segale e avena) e cotta nel tonir, il tradizionale forno di terracotta; il Motal, un formaggio tipico fatto con il latte di capra e stagionato nel coccio; le trote del Lago di Sevan; il riso, in ogni sua sfumatura.
Bandiera
La bandiera dell’Armenia presenta tre bande orizzontali di uguali dimensioni. Secondo la definizione che si trova nella Costituzione della Repubblica di Armenia, il rosso rappresenta la terra armena, la lotta del popolo per la sopravvivenza, il mantenimento della fede cristiana, la libertà e l’indipendenza della nazione; il blu il desiderio del popolo armeno di vivere sotto cieli di pace mentre l’arancione il talento creativo e l’operosità del popolo armeno.
Riferimenti Bibliografici
– Istituto Geografico De Agostini, 2009, Calendario Atlante De Agostini 2010, Novara
– Lonely Planet
– Comunità Armena
– The World Factbook – CIA
– La Chiesa Apostolica Armena