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14 gennaio 2009
La pecora nera

Percore nere

Erano gli anni Sessanta. Anzi, i favolosi anni Sessanta. C'erano i manicomi elettrici, quelli dove dove tutti sembravano santi e il direttore era il più santo di tutti, uguale a Gesù Cristo; e gli elettrodi erano usati per far scomparire la paura e accendere la luce nel cervello. Poi sono venuti gli anni Settanta, il movimento antipsichiatrico, e la legge 180 che ha spento l'elettricità nei manicomi. Nicola, la pecora nera protagonista dello spettacolo di Ascanio Celestini, pascola tra scuola, manicomio e supermercato. In ognuno di questi luoghi vive uno stato di subalternità, vittima della subalternità dell'altro, che prima veste di una maestra, poi di una suora sorda che non sente le sue scuregge, poi di un direttore di un supermercato, anche lui uguale a Gesù Cristo. Dopo più di trent'anni dalla legge Basaglia sono molti i residui manicomiali ancora in piedi: ospedali psichiatrici giudiziari, manicomi privati, centri di permanenza temporanei per immigrati clandestini o classi separate per i bambini stranieri. Luoghi fatti apposta per raccogliere e rinchiudere nuove pecore nere. Nei favolosi anni duemila, non sarà arrivata l'ora di staccare la spina anche lì?


Intervista pubblicata da Podcast 180. Voci, musica e suoni dalla fabbrica del cambiamento
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