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10 marzo 2008
Fatali particelle

La pancia è mia

Non tutti i medici concordano con i ginecologi romani e con il Comitato Nazionale di Bioetica che vorrebbero rendere obbligatoria la rianimazione di tutti i feti nati vivi, indipendentemente dal loro peso e dalla loro settimana di sviluppo. Secondo alcuni scienziati la rianimazione è inutile alla 22 settimana quando non c'è speranza concreta di sopravvivenza, molto discutibile alla 23 quando inizia qualche pallida chance ma con rischi di gravi handicap. Esistono poi anche casi più difficili, di feti con gravi malformazioni, dove il rischio è di un vero e proprio accanimento terapeutico.  Soprattutto se lo si fa indipendentemente dal parere dei genitori.
Su temi delicati come questo, il dibattito rischia spesso di perdersi tra diverse posizioni culturali-ideologiche e tecnicismi scientifici. Ma cosa accade in concreto quando un feto nasce prematuro? Cosa vuol dire vivere un'esperienza di terapia intensiva neonatale? Lo racconta bene Valeria Parrella, nel suo romanzo Lo spazio Bianco (Einaudi 2008). Con lei, l'8 marzo, nella giornata internazionale della donna, abbiamo discusso di salute, di legge sull'aborto e di diritti di autodeterminazione della donna conquistati nel passato e oggi minacciati da chi sembra giocare a dadi sul suo corpo.  


"Vogliamo il pane, ma anche le rose". Con questo slogan nel 1912 delle operaie tessili di Massachusetts parteciparono a uno sciopero di settimane. Alina Marazzi, regista del documentario Vogliamo anche le rose, dal 7 marzo nei cinema italiani, ci racconta perché dare ancora oggi uno spazio alla poesia delle rose.


La redazione di Sedna ha aderito alla petizione Libera donna promossa da MicroMega.


Se gli uomini restassero incinti, potresti avere un aborto anche dal barbiere

Daniele Luttazzi

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