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7 dicembre 2007
Società della conoscenza

Ricerca all'italiana

Viviamo nell'età della conoscenza. La cultura è ricchezza ma in Italia mancano le risorse adeguate. E se il mondo corre e cresce velocemente, il nostro Paese non tiene il passo, arranca: è in declino. È quanto denunciano Pietro Greco e Settimo Termini nel libro appello Contro il declino (Codice Edizioni, 2007). Proprio nel progressivo e inarrestabile declino culturale identificano il cavallo di Troia dell’Italia del nuovo millennio. Un Paese che rischia di affondare nelle sabbie mobili dell’arretratezza tecnologica e del decadimento intellettuale. Un Paese che investe appena l’1% del prodotto in ricerca, surclassata da un’Europa che ci doppia per quantità di fondi dedicati alla ricerca e da Cina, India e Brasile sempre più competitivi. Un Paese, però, che può vantare di formare ricercatori tra i più bravi e produttivi al mondo. Cosa non funziona allora nel sistema ricerca Italia? E cosa fare per invertire la rotta?

Un primato però l'Italia ce l'ha: nelle nostre università sfilano i docenti più vecchi d'Europa. Accanto a loro un esercito di dottorandi e ricercatori. Di questo fenomeno e di come stabilizzare i precari, Sedna ne discute con Andrea Capocci, scienziato flessibile, come si definisce sul suo blog Free lance

La scienza ci da la possibilità di conoscere i mezzi per raggiungere uno scopo prescelto ma non ci aiuta a decidere quali scopi perseguire
Bertrand Russell
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