Una riflessione su bioetica e gravidanza
di Caterina Botti, Il Saggiatore (2007)
L'assunto del titolo è che comunemente siano considerate "buone madri" quelle donne che rinunciano a ogni loro prerogativa dedicandosi interamente alla crescita del figlio. Al contrario, spiega Caterina Botti, la possibilità di riconoscersi come soggetti e agenti morali a pieno titolo, anche durante la gravidanza, è diritto imprescindibile di ogni donna. Oggi, poi, la maternità è considerata un processo molto più lungo, nasce da un'intenzione che spesso è medicalizzata: le nuove tecnologie ci fanno misurare con l'embrione sul bancone di un laboratorio. Per nove mesi, poi, la donna incinta deve fronteggiare una serie di doveri: essendo arbitro non solo della propria vita ma anche di quella del nascituro. Ma serve davvero una lista di doveri?