Le persone più abili a interpretare le espressioni facciali hanno sistemi di neuroni specchio più attivi
Entrano in gioco già in età evolutiva, spingendo i bambini a ripetere le azioni, le espressioni e le parole dei grandi, ma sono fondamentali anche in età adulta: secondo una nuova ricerca, i neuroni specchio, cellule nervose specifiche che si attivano sia quando compiamo un’azione sia quando osserviamo la stessa eseguita da un altro – come se la “mimassero” -, hanno a che fare con la nostra abilità di percepire le espressioni facciali degli altri, aiutandoci a comprendere le emozioni che questi provano.
Gli scienziati pensano che i neuroni specchio siano responsabili di quello che viene comunemente chiamato “empatia”, la capacità di immedesimarsi nelle emozioni altrui. Alcuni studi dimostrano per esempio che le persone colpite da autismo hanno una ridotta attività di queste cellule in compiti di riconoscimento sociale.
Peter Enticott della Monash University di Melbourne, in Australia, e colleghi hanno trovato una prova sperimentale di quest’ipotesi.
Venti volontari hanno osservato delle coppie di fotografie. In una condizione sperimentale dovevano confrontare i ritratti rappresentati in queste immagini e dire se si trattava della stessa persona, nella seconda condizione invece dovevano confrontare se avevano la stessa espressione. In un compito separato poi, i partecipanti osservavano dei video con dei movimenti del pollice di una mano mentre afferrava una penna nell’atto di scrivere. Durante questa fase veniva registrata l’attività cerebrale dei loro neuroni specchio.
In questo modo i ricercatori hanno ottenuto una misura del potenziale motorio del pollice, cioè quanto il pollice dell’osservatore veniva pre-attivato attraverso l’osservazione del movimento del pollice di un’altra persona.
Il team di Enticott ha rilevato che le persone più brave a giudicare le espressioni nella prima fase dell’esperimento erano anche quelle con il maggiore coefficiente di attivazione dei neuroni specchio nella fase di osservazione dei video. Non è stata invece trovata alcuna correlazione fra la capacità di riconoscere i visi e l’attività dei neuroni specchio.
I due dati suggeriscono che questi neuroni sono implicati nella comprensione delle emozioni e anche nel mimare le azioni degli altri.
Lo studio “connette queste due diverse funzioni, l’aspetto motorio e emotivo,” spiega Lindsay Oberman, dell’ospedale Beth Israel Deaconess a Boston, negli stati Uniti. “Questo dimostra che i neuroni specchio per le attività motorie sono collegati a quelli per le emozioni.”
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