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Il fragile equilibrio dell’oceano

La pesca dei molluschi è ormai compromessa da quella dei grandi squali

Vaccarella (Rhinoptera bonasus)

Il crollo dell’industria dei frutti di mare negli Stati Uniti può essere direttamente ricondotto al modo in cui gli esseri umani hanno devastato la popolazione degli squali nell’oceano, come ha suggerito un nuovo studio pubblicato sull’ultimo numero di Science.

Gli esseri umano mangiano i grossi squali, gli squali mangano le razze e le razze mangano i molluschi. E così è successo che, riducendo drasticamente le popolazioni dei grandi squali, gli umani hanno indirettamente cancellato la loro industria della pesca dei frutti di mare.

Il giocatore intermedio di questa cascata ecologica, come dimostra il nuovo studio, è la razza cownose (Rhinoptera bonasus) comunemente chiamata vaccarella – l’unica specie che ha beneficiato di tutto questo, crescendo di dieci volte in 30 anni.

La ricerca dimostra come gli animali molto grandi e molto piccoli, che vivono negli oceani, sono legati tra loro e sottolinea l’importanza di proteggere i più grandi e potenti predatori degli oceani.

Ransom Myers e i colleghi della Dalhousie University ad Halifax, in Canada, hanno osservato 17 rilevamenti marini condotti lungo la costa est degli Stati Uniti tra il 1970 e il 2005 e li hanno usati per costruire dei modelli al computer della fluttuazione delle popolazioni dei grandi squali.

I risultati ottenuti suggeriscono che lo squalo martello smerlato (Sphyrna lewini) e lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) potrebbero essere diminuiti di più del 97% mentre il carcarino (Carcharhinus leucas), il carcarino scuro (Carcharhinus obscurus) e lo squalo martello comune (Sphyma zygaena) potrebbero essere diminuiti di più del 99%. 

Il declino è largamente dovuto alla crescente domanda di pinne e carne di squalo e dal fatto che spesso i grandi squali finiscono nelle reti dei pescatori.

Mentre le popolazioni dei grandi squali sono diminuite, quelle delle loro prede – razze e piccoli squali – sono aumentate. I rilevamenti mostrano che tutte le 14 specie di prede tranne due, hanno approfittato della scomparsa degli squali.

Quella che ne ha beneficiato di più è la vaccarella (Rhinoptera bonasus): sei misurazioni su sette, che hanno riguardato la diffusione della popolazione di questo animale nelle acque atlantiche statunitensi, suggeriscono che il loro numero è aumentato di 10 volte dalla metà degli anni Settanta. “Attualmente la popolazione potrebbe avere più 40 milioni di esemplari” hanno affermato i ricercatori, il che è sorprendente per una specie che ha un tasso di riproduzione così basso. 

La razza vaccarella mangia una grande varietà di molluschi. I ricercatori stimano che la popolazione attuale consuma 840 mila tonnellate di polpa di mollusco all’anno, quando le razze migrano lungo la costa atlantica attraversando al baia di Chesapeake, il più grande estuario degli Stati Uniti.

Questa massa rappresenta circa tre volte la quantità di molluschi prelevata per fini commerciali nel 2003 dai pescatori degli stati vicini, la Virginia e il Maryland.

I molluschi bivalvi sono una parte importate della dieta delle razze e i ricercatori suggeriscono che l’esplosione del numero delle vaccarelle nelle acque della costa est, sia responsabile della fine dell’attività scolare di pesca ai molluschi della North Carolina. L’industria ha chiuso nel 2004.

Una misurazione effettuata tra il 1983 e il 1984, ha osservato la popolazione di molluschi bivalvi prima della migrazione annuale delle vaccarelle e ha trovato che le razze non avevano effetto sui molluschi. Mayers e colleghi hanno ripetuto lo studio e, in più, hanno recintato alcune aree per proteggere i molluschi.

I ricercatori hanno scoperto che le razze avevano praticamente annientato i molluschi al di fuori delle recinzioni. Inoltre, cosa ancora più preoccupante, i molluschi – se erano riusciti a sopravvivere – figliavano dopo il passaggio delle razze. Questo, suggeriscono i ricercatori, potrebbe spiegare l’estinzione dell’industria dei molluschi nel North Carolina. 

L’esempio si mantiene lo steso lungo tutta la costa. La pesca dei bivalvi localizzata negli habitat delle razze cownose, è in declino, mentre la cattura degli stessi molluschi al nord di questi ambienti è stabile o in crescita.

I ricercatori sono preoccupati del fatto che quando le razze non troveranno più abbastanza molluschi per sfamarsi nei loro siti usuali e accessibili, potrebbero cercare prede sepolte nei sedimenti. Questo porterebbe allo sradicamento delle alghe che è il luogo dove si riproducono e si sviluppano molti organismi acquatici.

Journal reference: Science (DOI: 10.1126/science.1138657)

Catherine Brahic

 

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