Un gruppo di ricercatori dell'Università di Harvard ha ideato un software che obbliga gli utenti a rendere disponibili contenuti su internet e non solo scaricarli.
La banda larga potrebbe trasformarsi in una vera e propria moneta di scambio, dove gli utenti, per ogni file e informazione che scaricano, dovranno "pagare" caricando e rendendo disponibili nuovi dati e informazioni.
Secondo molti studiosi, si tratterebbe di una buona strategia per fare in modo che i contenuti in internet, e in particolare i video, siano distribuiti nella maniera più equa e efficiente possibile.
Alcuni informatici hanno usato questa idea per sviluppare un software libero da copyright, chiamato Tribler, che gestisca il sistema di condivisione di file peer-to peer (ovvero, direttamente da utente a utente senza che sia necessario un server come base di archiviazione delle informazioni), e stanno già chiedendo ad alcuni utenti di sperimentarlo.
In questo modo, sperano di creare quello che chiamano "il mercato globale della banda larga", dove le persone possano scambiare l'utilizzo della banda come se si trattasse di un qualsiasi altro bene di consumo.
Il software funziona in maniera simile ad altri di questo genere, ovvero facendo in modo che gli utenti mentre scaricano grandi file allo stesso tempo permettano ad altri utenti di scaricare dal loro computer parte di quello che loro stessi stanno ottenendo (o che hanno reso disponibile), suddividendo la velocità di banda tra queste due operazioni.
Il software sviluppato dai ricercatori richiede però agli utenti che in un certo senso "paghino" per la banda larga che consumano mentre scaricano i file che desiderano, mettendo una maggior parte di contenuti a disposizione per il download.
In questo modo, gli studiosi sperano di mettere fine a un fenomeno tipico dei sistemi peer-to-peer, conosciuto come leeching (ovvero, "sanguisuga"), o free-riding (letteralmente, approfittare di "passaggi" gratis).
Nella maggior parte dei casi, infatti, avviene che gli utenti scarichino grandi quantità di dati rifiutandosi però di rendere disponibili i propri perchè gli altri utenti li possano scaricare, in modo da rendere minimo lo "spreco" della propria banda larga.
Il "mercato" gestito dal nuovo sortware si basa proprio sulla banda larga: gli utenti ottengono crediti uploading, ovvero caricando il proprio materiale in rete, e possono usare i crediti per scaricare quello che desiderano.
Secondo i suoi creatori, il software non solo renderà più equi ed equilibrati i processi di scambio peer-to-peer, ma farà anche in modo che i contenuti disponibili in rete siano sempre di più.
"Pensiamo che questa scoperta possa essere utile soprattutto se applicata al video-on-demand (video a richiesta)", afferma David Parkes, ricercatore dell'Università di Harvard.
Secondo lo scienziato, i sistemi peer-to-peer aiuteranno a venire incontro alla sempre crescente domanda di contenuti video e televisivi su internet. "Questi nuovi sistemi di scambio diretto potrebbero in futuro arrivare a sostituire i tradizionali sistemi di distribuzione di video, incluso la televisione", afferma David Parkes.
Lo scienziato è uno degli autori del nuovo software Tribler, insieme ad altri colleghi dell'Università di Harvard, e della Delft University of Technology e la Vrije Universiteit, entrambe di Amsterdam. Si tratta del risultato di un lungo studio condotto sul miglioramento dei sistemi di distribuzione di contenuti video attraverso la rete.
Il nuovo software ha anche una interessante componente a favore della socialità. Gli untenti infatti possono raggrupparsi e quindi guadagnare e consumare insieme i propri crediti.
Alcune reti televisive e varie compagnie stanno già sperimentando la distribuzione attraverso reti peer-to-peer: tra queste anche la BBC, che ha posto questo sistema di distribuzione alla base del proprio iPlayer.
L'unico problema di questo tipo di software riguarda tutti quegli utenti che non hanno abbonamenti flat, ovvero pagano per la quantità di banda larga che usano. Trovandosi obbligati a "caricare" per ogni file che scaricano, saranno anche costretti a utilizzare maggiori quantità di connessione.
Secondo quanto affermano gli scienziati, il software offre nuovi e migliori strumenti per mantenere monitorato il proprio consumo di banda, e allo stesso tempo favorisce la condivisione in rete.
"In futuro, i crediti che verranno distribuiti non saranno più solo in base alla quantità di banda che un utente utilizza o 'offre', ma in base alla affidabilità di ciò che scarica e rende disponibile, in base a giudizi espressi dagli altri utenti", conclude David Parkes.
Nel frattempo, ci sono molti altri esperimenti in corso che potrebbero fornire altri software o nuove soluzioni per migliorare quello che attualmente è uno dei più diffusi sistemi di distribuzione del mondo, il peer-to-peer appunto, per il quale ci sarà sempre maggiore richiesta in futuro da parte di media e utenti.
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