Collaborando con l'organizzazione slovena Morigenos, si possono vedere e conoscere i delfini mentre ci si diverte e si contribuisce allo studio e alla conservazione dei cetacei dell'Adriatico.
È una domenica mattina d’inizio agosto, il sole è tiepido e il mare placido vi culla. Il golfo di Trieste si staglia all’orizzonte, mentre Pirano e Savudria, propaggini di terra slovena e croata, si specchiano alla destra della vostra bussola. Non ci sono barche né pescherecci e tutto è talmente calmo che vien voglia di chiudere gli occhi. Mentre state per serrare le palpebre e ascoltare le onde, il capitano del gommone esclama: - Dolphins!
Comincia l’inseguimento. I delfini cacciano con movimenti agili ed eleganti, si nascondono alle nostre pupille affilate, si esibiscono nelle loro proverbiali acrobazie. Voi, improvvisamente più svegli che mai, scattate foto e poi, quando i dati sono sufficienti, tornate indietro dove tutto è così in quiete che sembra un sogno. E probabilmente lo è, a meno che non abbiate deciso di passare una settimana con i membri di Morigenos. In tal caso questa potrebbe essere una delle emozioni che si possono vivere scegliendo una vacanza diversa al servizio della ricerca e della tutela della fauna dei nostri mari.
Nata nel 2001, Morigenos è un’organizzazione non governativa che opera nel settore della ricerca e della protezione dei mammiferi marini dell’Adriatico settentrionale. Composta e diretta da studenti sloveni di biologia e geografia, lavora in completo accordo con leggi internazionali quali ACCOBAMS (Agreement on the conservation of cetaceans of the Black Sea, Mediterranean Sea and contiguous Atlantic Area) ed è stata premiata col “Ford Environmental and Conservation Grant 2004”.
Morigenos, il cui nome significa “nato in mare”, durante il periodo estivo organizza dei campus di ricerca aperti a tutti coloro che hanno voglia di provare l’ebbrezza di una settimana a contatto con i delfini. È chiaro che non sempre è possibile avere incontri ravvicinati con questi splendidi mammiferi, ma è altresì vero che gli avvistamenti sono frequenti, nell’ordine di due o tre ogni settimana.
Queste settimane servono all’organizzazione per autofinanziarsi, per ottenere dati scientifici e comunicare nel modo più diretto e professionale, ma allo stesso tempo informale, i metodi meno invasivi di condurre la ricerca sui cetacei e, di conseguenza, proteggere i nostri mari. Ogni settimana la struttura accoglie fino a un massimo di sei persone che di volta in volta vengono divise in due gruppi che, assieme agli istruttori scientifici, vanno in mare oppure sul cortile della chiesa di Pirano, dal quale si gode un’ottima visuale per individuare la pinna dei delfini con i binocoli. Nella sessione successiva, poi, i gruppi si scambiano gli obiettivi in modo da non lasciare buchi nella ricerca e minimizzare il dispendio di energie.
Pur non essendo un’organizzazione governativa, Morigenos ha frequenti contatti col Ministero dell’ambiente sloveno a cui espone regolarmente i risultati delle proprie ricerche e suggerisce iniziative utili alla tutela e allo sfruttamento del patrimonio naturalistico del proprio paese. Morigenos, però, non si limita a monitorare il ristretto specchio d’acqua sloveno, ma esula dai propri confini per collaborare insieme ad altre organizzazioni universitarie italiane e croate alla tutela della biologia marina del Mare Adriatico.
I delfini sono mammiferi che amano vivere in gruppo e che si separano soltanto per poche centinaia di metri quando sono a caccia nel loro esteso sushi bar per poi ricongiungersi e spostarsi in altri posti. È importante, quindi, capire quali variabili possano influenzare i loro spostamenti. Fra queste vi è certamente la quantità di cibo presente nelle acque, perché, contrariamente a quanto si crede comunemente, i delfini non sono soltanto animali giocosi, ma anche grandi predatori in grado di escogitare tecniche di caccia molto evolute sia individuali che di gruppo. Ma il loro naturale ritmo biologico può essere influenzato anche dalla presenza massiccia di pescherecci, navi da diporto, oppure dalle condizioni del mare e del tempo. Il progetto di Morigenos è a lungo termine e ancora non ha tratto conclusioni definitive sullo stato delle coste orientali dell’Adriatico, perché le variabili che intervengono sono molteplici e perché i comportamenti dei cetacei spesso non rispettano la semplice relazione di causa-effetto. Nonostante ciò Deinon, Mateja, Moni, Tiki e gli altri circa 80 esemplari di Tursiops truncatus finora censiti fungono da eccellenti bioindicatori della salute delle nostre acque. Infatti, finché i delfini continueranno a popolare l’Adriatico, vorrà dire che questo mare può godere ancora di condizioni idonee allo sviluppo delle specie e che non sarà irrimendiabilmente inquinato. Significherà, insomma, che è ancora vivo.
Una volta avvistati i delfini, il capitano Tilen Genov, ventitreenne presidente e ideatore del progetto Morigenos, cerca di affiancarsi all’esemplare o al branco col gommone. Sta molto attento a mantenere una velocità consona e una distanza mai inferiore ai dieci metri, in modo tale da non disturbare i cetacei. Procedendo parallelamente ai delfini l’equipaggio scatta delle foto di ogni singolo esemplare per censirne o riconoscerne numero e nome. A ogni avvistamento si registrano le coordinate per cercare di ricostruire i movimenti dei branchi giorno dopo giorno. I delfini sono riconoscibili singolarmente per dimensione e per la morfologia delle loro pinne che mostrano marchi differenti dovuti alle lotte interne al branco. Poiché gli obiettivi del progetto Morigenos sono quelli della conservazione delle specie animali e del mare che le ospita, l’equipaggio preferisce condurre ricerche con tecniche il meno invasive possibili. A questo scopo il censimento dei delfini avviene attraverso le fotografie piuttosto che col tagging, una sorta di marchiatura dell’esemplare previa cattura. Sempre a questo scopo molta attenzione viene prestata al peso del gommone per limitare al massimo il consumo di benzina.
Quando non si è per mare, lo staff di Morigenos cerca di diffondere la cultura del rispetto della natura attraverso brevi ma efficaci spiegazioni di quella che è la deontologia del lavoro che stanno svolgendo e sui significati che potrà avere in futuro. Attraverso alcune presentazioni, infatti, lo staff educa l’ospite sui possibili effetti del riscaldamento globale, sui tanti stereotipi falsi legati ai delfini e sulla vita dei cetacei in cattività. Ma soprattutto offre una panoramica molto vasta sui delfini, sulle loro peculiarità, sui loro comportamenti e sul loro mondo.
Il concetto che pervade l’intera vacanza, infatti, è quello del rispetto del prossimo sia questi un essere umano, un animale oppure l’ambiente che ci circonda. Per questo motivo il soggiorno presso Lucija, una piccola località alla periferia di Portorose, non vive soltanto di mare. Il mare, infatti, è solo una parte del binomio ambientale che ci nutre. La terra su cui camminiamo è l’altra faccia di un ambiente da secoli abituato a interfacciarsi col mare, ma anche con le culture differenti che vi si affacciano. Per questo motivo lo staff di Morigenos si propone di far rivivere la cultura e le tradizioni locali, rinsaldando il legame con la terra e consigliando alcune visite come quella al museo della casa istriana del Seicento.
Ma l’emozione più grande rimane l’osservazione dei delfini nella casa che la natura ha scelto per loro. Ancor più emozionante quando il panorama accresciuto delle nostre conoscenze ci permette di godere della vista di questa specie libera di vivere al massimo nella propria casa. E se non si passano momenti di sogno, poco ci manca.
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