Scoperta nei topi una nuova proteina che protegge i neuroni ma che, proprio come i prioni, potrebbe agevolare la loro degenerazione e favorire l'insorgere di malattie come la BSE.
I processi biologici che provocano le malattie legate ai prioni come la BSE e la sua variante umana Creutzfeldt-Jacob sono più difficili da individuare di quanto si potesse pensare.
Queste malattie arrivano a distruggere il cervello quando una versione malripiegata di una proteina particolare, chiamata prione o PrP, comincia ad attaccare la normale PrP che di solito protegge il cervello da attacchi esterni.
In passato i ricercatori avevano sospettato che anche altre tipologie di proteine simili ai prioni potessero esistere all’interno del cervello, ma fino a oggi non ne era stata identificata alcuna.
Joel Watts e colleghi dell’Università di Toronto, in Canada, hanno individuato nel cervello del topo un tipo di prione che hanno subito chiamato Shadoo. Questo prione condivide alcune strutture assai simili a quelle di una regione particolare della versione sana della PrP e, proprio come questa proteina, Shadoo può proteggere i neuroni. Almeno secondo alcuni test cellulari.
Il team di Watts ha trovato Shadoo soprattutto nelle parti del cervello di topi sani dove la proteina PrP non era presente. Un dato che suggerisce che il ruolo di protezione neuronale di Shadoo sia complementare a quello di PrP. Infatti quando i ricercatori infettavano quelle parti del cervello con una versione malata di PrP, gli esemplari di Shadoo sparivano.
La prossima frontiera della ricerca di Watts è scoprire se anche Shadoo può degenerare in una versione malripiegata, una scoperta che potrebbe portare a una migliore comprensione di queste malattie e alla conseguente ricerca su farmaci volte a debellarle.
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