Scoperta a Veracruz appartiene alla cultura olmeca e risale al 900 avanti Cristo
La più antica testimonianza di scrittura delle Americhe è stata scoperta in un blocco di pietra trovato a Veracruz in Messico da un gruppo di ricercatori del Central Institute of Anthropology and History della città messicana, coordinati da Maria del Carmen Rodriguez Martinez. In un articolo pubblicato sulla rivista “Science” (Vol 313, n. 5793), i ricercatori spiegano che la scrittura è del tutto sconosciuta e risale al 900 avanti Cristo, cioè circa 250 anni prima di ogni altra testimonianza mai trovata nel Nuovo Mondo. Il fatto che sia un vero e proprio linguaggio e non una raccolta di simboli ideografici messi uno accanto all’altro è dimostrato dal fatto che la stele contiene parole o ideogrammi in un ordine lineare e certi simboli vengono ripetuti più volte, come le parole vengono ripetute in un testo.
Secondo gli esperti, la stele potrebbe risalire alla civiltà olmeca, la prima cultura organizzata dell'America centrale. Le prime testimonianze degli Olmechi risalgono al 1200 avanti Cristo, cosa che fa ipotizzare che la scrittura si sia sviluppata ben prima del 900. Però non esistono altre testimonianze scritte che confermino queste ipotesi. Quanto scoperto a Veracruz è tutt'altro che antico, rispetto ad altre testimonianze. In Egitto, Mesopotamia e Pakistan, ad esempio, i reperti riguardanti la scrittura risalgono al 3200-3500 avanti Cristo.
Per ora non è stato possibile tradurre il linguaggio, dal momento che non esiste niente di paragonabile a una stele di Rosetta, cioè non ci sono testi scritti nell'antica scrittura e tradotti in un altro linguaggio conosciuto. Qualche simbolo però sembra ripresentarsi in versioni più tarde della lingua olmeca, tra cui la combinazione tra due rettangoli che sembra significare “governanti”. In ogni caso, è stato decifrato solo un numero esiguo di simboli, insufficiente per ottenere una completa traduzione del testo.
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