Una simulazione mostra che le attuali zone aride potrebbero in futuro diventare dei veri e propri deserti.
Alla fine del secolo il riscaldamento globale si potrebbe tradurre in una riduzione della quantità di acqua disponibile in Africa del 25%. A dirlo, uno studio pubblicato sulla rivista “Science” (vol. 311 n. 5765) dall'Università sudafricana di Città del Capo. Secondo i dati, il cuore del problema è rappresentato dalle precipitazioni, il cui andamento sta già causando gravi problemi in questi anni nelle zone dell'Africa orientale.
Le precipitazioni hanno infatti un effetto diretto sul drenaggio delle acque in fiumi e torrenti. Se in una data regione, la quantità di precipitazioni cala al di sotto dei 400 millimetri l'anno, non c'è di fatto alcun drenaggio nei corsi d'acqua. Al contrario, la ricerca dimostra che al di sopra di questa soglia e con un aumento delle precipitazioni compreso tra i 400 e 1000 millimetri di pioggia l'anno aumenta anche la quantità di acqua che finisce nei fiumi.
Questo però significa che anche una piccola riduzione nella quantità di precipitazioni cadute in una regione può tradursi in una grande riduzione di acqua disponibile. Un calo del 10% in un anno in una zona che normalmente ha un livello di precipitazioni di 500 millimetri l'anno si traduce in effetti in una riduzione dell'acqua disponibile di circa il 50%. Insomma, con il riscaldamento globale le regioni più umide, come il bacino del Congo, o più aride, come il Sahara, non avranno particolarmente da lamentarsi. Ma quelle semi aride, e in particolare la zona dell'Africa australe e il Sahel, questo fenomeno potrà avere impatti pesanti in particolare con riferimento alla gestione dei grandi fiumi transfrontalieri come il Nilo.
In altre zone dell'Africa, dove invece le precipitazioni potrebbero aumentare significativamente, come in Africa orientale, si potrebbero creare grandi zone paludose che potrebbero diventare sede di malattie trasmissibili come la malaria.
Secondo i dati, le zone che sperimenteranno gli incrementi maggiori delle piogge saranno il Corno D'Africa, il Kenya e la parte settentrionale dei Grandi Laghi africani, con un aumento tra il 10% e il 20%. Più contenuto invece l'aumento previsto nella fascia delle foreste equatoriali e lungo la costa dell'Africa occidentale che potrebbe toccare il 10%. Riduzioni fino al 10% saranno il Sahel, tutta l'Africa australe e il Madagascar. Infine, riduzioni fino al 20% riguarderanno la costa dell'Africa settentrionale e le zone immediatamente adiacenti del Sahara e le regioni costiere della Namibia.
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