Secondo un astronomo inglese i voli low cost diventeranno un incubo per l'esplorazione ottica del cielo.
Fra poco più di 40 anni tutti i telescopi della Terra saranno inutilizzabili, a causa dell'inquinamento. I principali responsabili saranno i cambiamenti climatici, che contribuiranno ad accrescere notevolmente la nuvolosità globale, e l'aumento del traffico aereo, le cui scie di condensazione diventano sempre più indistinguibili dalle nuvole vere.
“Se prosegue quest'andamento, soprattutto delle compagnie low cost, l'era dell'astronomia da Terra finirà molto prima del previsto”, spiega Gerry Gilmore, dell'Istituto di Astronomia di Cambridge. “Delle due una: o la smettiamo con i voli low cost o la smettiamo con l'astronomia”.
L'aumento della nuvolosità colpirà sia i telescopi ottici che quelli a infrarossi, che dovranno essere trasferiti in orbita, come il telescopio Hubble. Solo i radiotelescopi potranno continuare la loro attività.
È meno pessimista Hermann Mannstein, del Centro aerospaziale tedesco: “l'astronomia sarà sicuramente più difficile, ma le scie degli aerei creano problemi solo dove ci sono nell'aria particelle di ghiaccio, e non se l'aria è molto secca. Quindi resteranno alcune finestre di cielo libero”. Per correre ai ripari sono state prese misure normative: già ora il passaggio degli aerei è proibito nelle aree sopra i telescopi più importanti.
Queste previsioni sono state effettuate in vista della realizzazione di un progetto europeo per costruire un nuovo telescopio, che dovrà cercare oggetti poco luminosi, e in particolare pianeti che orbitano intorno a stelle vicine. Il diametro del telescopio sarà compreso tra i 30 e i 60 metri, ma ancora non è stata decisa la sua ubicazione: forse, proprio a causa dei problemi di visibilità, sarà scelta una base in Antartide. Le difficoltà dei collegamenti sarebbero compensate dai cieli puliti, dal clima secco, e dall'assenza del traffico aereo.
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Nuove tecniche per le celle fotovoltaiche: se ne è parlato in un convegno a Roma.
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