Città più vivibili, fluide e sostenibili. E quindi meno inquinamento e maggiore mobilità. È nato Mobilis, un nuovo sistema virtuale per trovare applicazioni possibili di quello che sembra uno scenario lontano.
Si chiama Mobilis ed è un sistema virtuale per una mobilità sostenibile nelle città. Ad alimentarlo è un modello fisico, brevettato dall'Università di Bologna, dal Gruppo di Fisica dei Sistemi Complessi, in collaborazione con urbanisti del Politecnico di Milano e sociologi dell'Università di Milano-Bicocca. Mobilis simula la mobilità pedonale, ciclistica e con mezzi pubblici; è già stato sperimentato con dati reali nel centro di Rimini ma può essere applicato alla Bologna storica, tanto quanto a un quartiere di Milano come S. Donato. Per non parlare delle possibili applicazioni all'enorme agglomerato urbano che lungo la via Emilia si estende da Piacenza a Rimini.
Il modello è nato dalla riflessione sulla città intesa come sistema complesso che si autorganizza; sono stati usati inoltre i metodi della meccanica statistica e la teoria dei sistemi dinamici. La città è concepita in una dimensione spazio-temporale che evolve dinamicamente. Gli agenti di questa dinamica sono per un verso i cittadini, sia in quanto singoli, sia in quanto componenti di una categoria sociale (per esempio gli studenti o i city users), per l'altro i cronotopi, ovvero i luoghi che sono gli agenti primigeni della dinamica temporale urbana (per esempio l'università che funziona come attrattore per gli studenti).
Si ha mobilità sostenibile non solo quando l'impatto ambientale è a basso tasso di inquinamento, ma soprattutto quando i diversi mezzi di movimento cooperano/concorrono a una mobilità fluida, comoda e bella. Secondo i ricercatori, Mobilis serve a progettare una mobilità sostenibile in interazione con gli operatori della mobilità, dai mobility managers ai tecnici degli uffici degli enti locali; e a studiare punti (o regioni dello spazio tempo urbano) critici e a indicare soluzioni possibili per uscire dalla situazione di criticità.
Sono dei veri e propri specchi dell'Universo. Si tratta delle lenti gravitazionali, ovvero galassie che riproducono oggetti celesti lontani. E per la prima volta sono state scattate tre foto.
Già nell'antichità univano il sapere di matematica, geometrica ed ingegneria. Si tratta delle catapulte, massimo sapere scientifico fino all'invenzione della polvere da sparo.
Nuovi strumenti nanotecnologici, dalle nanoparticelle ai nanocomposti. A svilupparli saranno 13 università europee, tra cui gli atenei di Urbino e di Roma Tor Vergata, grazie a un finanziamento dell'Unione Europea.
A volte hanno intensità minore, ma fanno più vittime. Le catastrofi naturali nei paesi poveri hanno un impatto più forte che in altre parti del mondo, causando molte più vittime. Lo rende noto un recente rapporto dell'Undp (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite)
Non solo frasi e parole. Presto sarà possibile utilizzare motori di ricerca sul web che ci permettono di trovare immagini e animazioni. Grazie ad Aim@Shape, un progetto di ricerca europeo coordinato da alcuni ricercatori del Cnr di Genova.
Le conseguenze dannose dell'effetto serra si sentono anche a grande distanza. Secondo uno studio svolto negli Stati Uniti, gli strati più esterni dell'atmosfera terrestre stanno diventando sempre più sottili.
Se verrà confermata la loro esistenza, verranno aggiunti alla tavola periodica degli elementi. Si tratta di Ununtrium e Ununpentium, due nuovi elementi scoperti in laboratorio, che contengono 113 e 115 protoni.
La genomica non è importante solo per l'uomo. Alcuni ricercatori americani hanno sequenziato il genoma di una comunità di microbi, scoprendo nuovi particolari su come gli organismi interagiscono in un ecosistema.
Un manifesto della roboetica. E ancora robot antropomorfi con cui interagire e gel-robot che nuotano. Sono solo alcuni dei protagonisti di Roboethics, il Simposio Internazionale a Sanremo che ha aperto il dibattito sui principi etici del mondo della robotica.
Se l'uomo vuole andare su Marte, i tempi del viaggio dovranno sicuramente accorciarsi. A lavorarci un gruppo di ricercatori australiani. Intanto Spirit riprende a mandare immagini dal Pianeta Rosso.
Presto i primi risultati del progetto Finuda dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per indagare contemporaneamente la formazione e il decadimento degli ipernuclidi. I risultati porteranno nuove informazioni sulla struttura dei nuclei atomici.
L'eco è quanto rimane di un lampo di raggi gamma ed è stato individuato dall'osservatorio spaziale XMM-Newton dell'Agenzia spaziale europea (Esa). Nelle immagini scattate appare come una serie di cerchi concentrici. Lo studio delle immagini potrebbe aiutare a puntare i telescopi laddove stanno nascendo nuove stelle.
Le nuvole di ghiaccio si formano a una altezza di circa 93 chilometri, quando la temperatura in quella fascia di atmosfera scende al di sotto dei meno 125 gradi Celsius. Le misure hanno dimostrato che in media le nubi sul Polo Sud sono più alte di tre chilometri e mezzo rispetto a quelle sul Polo Nord.
Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele ha scoperto la sostanza che permette alle cellule staminali adulte di trovare il tessuto danneggiato. Si aprono nuove prospettive per le terapie con le cellule staminali adulte.
Quello che sembra essere il più antico fossile di un animale terrestre è stato scoperto da alcuni scienziati inglesi e americani nei pressi della città di Aberdeen, in Scozia. È un millepiedi e viveva sulla Terra 420 milioni di anni fa.
Ginevra e la regione francese Rhône-Alpes si alleano per creare un polo di competenza nelle biotecnologie di rilievo europeo. L'iniziativa è stata presa subito dopo la firma di un accordo tra la Svizzera e l'Unione Europea per il riconoscimento e la parificazione dei rispettivi ricercatori.
La distanza dalla Terra dall'ammasso di stelle conosciuto come Pleiadi — fra gli oggetti più visibili nel cielo notturno e più ricorrenti nei miti dell'antichità — è stata finalmente misurata con precisione da un gruppo di astronomi del California Institute of Technology e del Jet Propulsion Laboratory.
Un modello al computer per ricostruire le migrazioni umane a partire dalle mutazioni del Dna. È questo il risultato raggiunto dai ricercatori dell'Università di Stanford guidati da Luca Cavalli Sforza e pubblicato sulla rivista PNAS.