Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele ha scoperto la sostanza che permette alle cellule staminali adulte di trovare il tessuto danneggiato. Si aprono nuove prospettive per le terapie con le cellule staminali adulte.
Un gruppo di ricercatori dell' Istituto Scientifico Universitario San Raffaele ha scoperto la sostanza che permette alle cellule staminali adulte di trovare il tessuto danneggiato. Dopo averlo individuato le cellule staminali iniziano a moltiplicarsi e ripararlo. Si tratta della stessa proteina che i ricercatori del San Raffaele avevano già identificato come ultimo messaggio rilasciato dalle cellule morenti. Lo studio è pubblicato sul numero di febbraio della prestigiosa rivista The Journal of Cell Biology.
La terapia con cellule staminali adulte, prevede, di solito che le cellule siano prelevate dal paziente, coltivate in provetta, e reintrodotte nel paziente. Uno dei problemi è proprio fare in modo che le cellule staminali raggiungano il tessuto malato: molto spesso rimangono dove sono state iniettate, oppure si disperdono e non raggiungono il tessuto da riparare. Le cellule staminali che risiedono nell'organismo del paziente in qualche modo trovano naturalmente il tessuto danneggiato e lo riparano; capire il meccanismo con cui le cellule vengono indirizzate significa poter utilizzare lo stesso sistema per indicare la strada alle cellule staminali adulte coltivate. Uno studio precedentemente condotto da ricercatori del San Raffaele aveva già chiarito che le cellule che muoiono per trauma o malattia lanciano, prima di morire, un ultimo messaggio, la proteina HMGB1, per avvertire le altre cellule dell'organismo. A questo messaggio le cellule reagiscono in modo diverso, a seconda della loro identità: alcune si muovono per andare a prendere il posto delle cellule morte, altre si dividono, altre ancora lanciano l'allarme e iniziano una reazione infiammatoria. Le cellule staminali, che hanno il compito di ricostruire i tessuti danneggiati, reagiscono accorrendo per riparare il danno, si moltiplicano prendendo l'identità delle cellule morte e le sostituiscono. Grazie alla proteina HMGB1, non sbagliano strada e raggiungono l'obiettivo. È possibile che quello individuato da questo studio non sia l'unico meccanismo di richiamo delle cellule staminali, ma di sicuro è il primo finora scoperto.Non solo frasi e parole. Presto sarà possibile utilizzare motori di ricerca sul web che ci permettono di trovare immagini e animazioni. Grazie ad Aim@Shape, un progetto di ricerca europeo coordinato da alcuni ricercatori del Cnr di Genova.
Le conseguenze dannose dell'effetto serra si sentono anche a grande distanza. Secondo uno studio svolto negli Stati Uniti, gli strati più esterni dell'atmosfera terrestre stanno diventando sempre più sottili.
Se verrà confermata la loro esistenza, verranno aggiunti alla tavola periodica degli elementi. Si tratta di Ununtrium e Ununpentium, due nuovi elementi scoperti in laboratorio, che contengono 113 e 115 protoni.
La genomica non è importante solo per l'uomo. Alcuni ricercatori americani hanno sequenziato il genoma di una comunità di microbi, scoprendo nuovi particolari su come gli organismi interagiscono in un ecosistema.
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Se l'uomo vuole andare su Marte, i tempi del viaggio dovranno sicuramente accorciarsi. A lavorarci un gruppo di ricercatori australiani. Intanto Spirit riprende a mandare immagini dal Pianeta Rosso.
Città più vivibili, fluide e sostenibili. E quindi meno inquinamento e maggiore mobilità. È nato Mobilis, un nuovo sistema virtuale per trovare applicazioni possibili di quello che sembra uno scenario lontano.
Presto i primi risultati del progetto Finuda dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per indagare contemporaneamente la formazione e il decadimento degli ipernuclidi. I risultati porteranno nuove informazioni sulla struttura dei nuclei atomici.
L'eco è quanto rimane di un lampo di raggi gamma ed è stato individuato dall'osservatorio spaziale XMM-Newton dell'Agenzia spaziale europea (Esa). Nelle immagini scattate appare come una serie di cerchi concentrici. Lo studio delle immagini potrebbe aiutare a puntare i telescopi laddove stanno nascendo nuove stelle.
Le nuvole di ghiaccio si formano a una altezza di circa 93 chilometri, quando la temperatura in quella fascia di atmosfera scende al di sotto dei meno 125 gradi Celsius. Le misure hanno dimostrato che in media le nubi sul Polo Sud sono più alte di tre chilometri e mezzo rispetto a quelle sul Polo Nord.
Quello che sembra essere il più antico fossile di un animale terrestre è stato scoperto da alcuni scienziati inglesi e americani nei pressi della città di Aberdeen, in Scozia. È un millepiedi e viveva sulla Terra 420 milioni di anni fa.
Ginevra e la regione francese Rhône-Alpes si alleano per creare un polo di competenza nelle biotecnologie di rilievo europeo. L'iniziativa è stata presa subito dopo la firma di un accordo tra la Svizzera e l'Unione Europea per il riconoscimento e la parificazione dei rispettivi ricercatori.
La distanza dalla Terra dall'ammasso di stelle conosciuto come Pleiadi — fra gli oggetti più visibili nel cielo notturno e più ricorrenti nei miti dell'antichità — è stata finalmente misurata con precisione da un gruppo di astronomi del California Institute of Technology e del Jet Propulsion Laboratory.
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Come fa il vetro a diventare vetro? E perché alcuni vetri sono fragili e altri più resistenti? A rispondere un gruppo di ricercatori italiani, che ha dedicato i propri studi a svelare i segreti della "transizione vetrosa".
Superiamo gli Stati Uniti per numero di pubblicazioni. Ma anche se la ricerca di base europea detiene il primato dal punto di vista della "produzione di conoscenza", i colleghi americani continuano a rimanere i più citati.
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