Una reazione chimica e non biologica quella osservata sui campioni di terreno proveniente da Marte? Forse, secondo un gruppo di ricercatori messicani che ha riprodotto quegli esperimenti nelle zone più secche del deserto di Atacama, in Cile.
Un team internazionale di ricerca guidato da Rafael Navarro-Gonzáles della Universidad Nacional Autónoma de México, ha scoperto nel deserto di Atacama, in Cile, un analogo del suolo marziano.
I ricercatori, che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista americana "Science", affermano che il suolo di Atacama può permettere di simulare e progettare gli esperimenti più vicini possibile a quelli di una missione sul terreno marziano. Non solo utile quindi a preparare gli esperimenti prima della missione spaziale su Marte, ma anche a spiegare alcuni dei dati già raccolti in passato e che sono tuttora al centro di un acceso dibattito sul fatto che si siano trovati segni di vita sul pianeta.
"Abbiamo scelto di studiare questo deserto perché è davvero molto simile a Marte" ha dichiarato Navarro-Gonzáles, "Il deserto di Atacama ha probabilmente dai 10 ai 15 milioni di anni, cioè è il deserto più vecchio del mondo. Nella sua zona più vecchia, una regione ultra secca di circa 50 chilometri di diametro, Atacama non vede praticamente mai la pioggia. Qui non sopravvivono a lungo neppure i batteri portati dal vento."
I ricercatori hanno così deciso di riprodurre in questa zona gli esperimenti fatti da con la sonda Viking nel 1976, che analizzarono degli esemplari di suolo marziano. Quegli esperimenti condotti dal Viking dimostravano una forte reattività del terreno marziano, quando veniva esposto a un mix di nutrienti. Secondo alcuni scienziati quei risultati indicavano la presenza di strutture vitali. Ma Navarro-Gonzáles ritiene che si tratti invece di una reazione chimica, non biologica, e che l'ossidazione osservata, una ossidazione molto spinta simile a quella ottenuta con l'uso di varechina, dipenda dalle caratteristiche della zona ultra secca, dalla radiazione solare e dall'assenza di pioggia. Un effetto puramente chimico quindi, che anzi esclude la possibilità di presenza di forme di vita.
Una società molto più popolata e densa: una ricerca statistica, basata su dati storici e assunzioni sul futuro della nostra storia sul pianeta, prevede quali saranno gli andamenti della popolazione umana nei prossimi cinquant'anni.
Inaugurato Antares, un rivelatore sottomarino di neutrini. Un progetto di collaborazione internazionale che permetterà di studiare la composizione del cuore dei corpi celesti, compreso quella della nostra Galassia.
Una regione a forma di solco fotografata con la risonanza magnetica funzionale: la discalculia, che interessa più del 6% dei bambini, è un sintomo di una disfunzione cerebrale, che nelle sue forme più gravi si manifesta come sindrome di Turner.
In orbita da metà ottobre, il telescopio a raggi gamma dell'ESA sta già dando molti importanti risultati e informazioni sulla composizione molecolare della nostra galassia, e sulla sua storia di 12 miliardi di anni. Un'avventura che proseguirà fino al 2008
Infrastrutture spaziali e telecomunicazioni al servizio dello sviluppo economico e politico dell'Unione Europea: è stato raggiunto un accordo per progetti comuni nel campo della ricerca spaziale tra Agenzia spaziale europea e UE. Con qualche rischio.
"Orfani" nell'informazione: un'indagine del Censis evidenzia la frammentazione della posizione degli italiani rispetto alle biotecnologie. Con una netta tendenza a prediligere l'applicazione biotecnologica in campo medico rispetto a quello agroalimentare.
Una proteina chinasi favorisce la formazione di nuove sinapsi, promuovendo la fissazione di un ricordo e impedendo che venga eliminato. Il meccanismo, scoperto nei topi, probabilmente è lo stesso che si verifica anche nell'uomo.
Forse un principio antiossidante contenuto nelle fragole spiega la loro capacità di proteggere dalla radiazione cosmica le cavie di laboratorio. Un effetto interessante, che potrebbe aiutare a proteggere la salute degli astronauti impegnati nelle missioni spaziali.
È il risultato di una ricerca australiana e ora, dopo aver identificato la sequenza genica nei roditori, parte la caccia al gene umano: la spina bifida, una malattia congenita che colpisce un bambino su diecimila, potrebbe essere trattata in modo più efficace.
I mostri di ieri, dai miti e le leggende, e quelli di domani, generati dalle guerre e dalle catastrofi ambientali. Ma anche incontri con scienziati e intellettuali in carne e ossa, in un viaggio nella scienza: è partita anche quest'anno la rassegna Futuro Remoto di Città della Scienza di Napoli.