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Fabiola Gianotti

Fabiola Gianotti2

Viaggi nel tempo ad alta energia

"LHC è progetto nato per esplorare l'Universo a energie a noi ancora sconosciute, mai osservate prima in laboratorio”. Fabiola Gianotti, la ricercatrice italiana che da marzo diventerà responsabile internazionale di ATLAS, uno dei quattro esperimenti principali di LHC spiega come, in pochi anni, il CERN sperimenterà energie simili a quelle che hanno caratterizzato l'Universo pochi istanti dopo il big bang. È lì, nella fisica delle alte energie, che gli scienziati cercano risposte a quesiti della fisica ancora irrisolti.

15 settembre 2008
Ilenia Picardi

Come una macchina del tempo, LHC porterà gli scienziati del CERN di Ginevra alle origini della nostra storia, quasi 14 miliardi di anni fa, quando il big bang aveva appena dato il via a una corsa in avanti nel tempo e a un'espansione dello spazio che oggi gli scienziati chiamano evoluzione dell’Universo. Fabiola Gianotti, come è possibile realizzare questo viaggio alle origini del cosmo?


Si tratta di un viaggio metaforico, ovviamente. Nei suoi esperimenti LHC produrrà una quantità di energia pari a quella che ha caratterizzato le prime fasi dell’Universo; ci permetterà in questo modo di riprodurre in laboratorio le particelle o le interazioni che caratterizzavano il cosmo primordiale. Due fasci di protoni verranno infatti accelerati fino a 7 Tev ciascuno e in tutto verranno raggiunti 14 Tev. Quando parliamo dei Tev parliamo di mille miliardi di elettronvolt: un numero seguito da dodici zeri.

Una cifra difficile anche da immaginare...

Sì. È come se collegassimo 20 batteria da un volt per ogni stella della nostra galassia. Il risultato sarà una temperatura altissima, pari a più di centomila miliardi di volte la temperatura dei nostri uffici.

Perché alzare così tanto l’energia?

AtlasPerché è lì, nella fisica delle alte energie, che dobbiamo guardare per cercare risposte a quesiti della scienza ancora irrisolti. Tutti gli esperimenti realizzati fino a oggi hanno confermato con grande precisione il modello standard, una teoria che descrive le particelle elementari e le loro interazioni. Ma noi sappiamo che questo modello teorico non è completo: non è capace di rispondere a tutte le domande che ci facciamo.

Lei è anche membro del Physics Advisory Committee del Fermilab di Chicago, il laboratorio che, a oggi, detiene il record di energia raggiunto in laboratorio. Cosa differenzia l’acceleratore del CERN dagli altri?

L’energia. Quella di LHC sarà sette volte più alta. L'acceleratore del Fermilab, il Tevatron, ha spinto i protoni fino a un Tev ma presto l’acceleratore europeo sarà la macchina più potente costruita fino sulla Terra. Ci sono voluti molti anni per sviluppare la tecnologia che caratterizza questa eccezionale macchina criogenica. Per accelerare così tanto le particelle sono stati costruiti enormi magneti superconduttori che funzionano a temperature bassissime, prossime allo zero assoluto. Ma non sono solo i superconduttori a fare di questa macchina un gioiello; tutta la tecnologia in gioco è particolarmente complessa: decine di chilometri di cavi, hardware e sistemi di acquisizione dati a cui una comunità internazionale di ricercatori. Migliaia di fisici, ingegneri e tecnici ha lavorato per anni per arrivare a tutto questo.

Il 10 settembre scorso ha segnato il punto di arrivo di quindici anni di ricerca, ma è anche un punto di partenza..

Già. Nei prossimi mesi inizieremo a far scontrare fasci di protoni e a raccogliere i dati. Da questi dati emergerà probabilmente il futuro della fisica. Forse riusciremo a trovare i pezzi che ancora mancano nel puzzle che i fisici teorici hanno disegnato per spiegare la naura; sapremo qualcosa in più sugli ingredienti che compongono l'Universo, a oggi ne conosciamo solo il 5%, o avremo più informazioni per capire se il cosmo in cui viviamo ha solo quattro dimensioni, tre spaziali e una temporale, o se, come alcuni sospettano, ne nasconde altre che sfuggono alla nostra percezione. Tra un paio di anni, probabilmente alcune di queste domande aperte della scienza avranno trovata risposta. Senza ricorrere a nessun buco nero, stiamo per aprire una nuova finestra nello spaziotempo e solo tra un po', quando LHC darà i primi risultati, probabilmente potremo dire davvero dove ci avrà portato questo viaggio.

Una questione di fiducia

Mario Riccio Mario Riccio

La conclusione del “caso Englaro” non chiude la questione spinosa della legge sul testamento biologico che in Italia ancora manca e anzi, se come è probabile, verrà votata in questi giorni una legge circoscritta unicamente all'alimentazione e all'idratazione artificiale dei pazienti incapaci di provvedere a se stessi, si rischia di cadere nel caos più assoluto. Come spiega Mario Riccio, medico “Che ha fatto la volontà di Piergiorgio Welby” come recita il titolo di un suo libro – e che è stato assolto l'anno scorso dall'accusa di “omicidio consenziente” - non saranno solo i cittadini a farne le conseguenze, ma anche i medici che si troveranno ad affrontare situazioni sempre più complicate e pazienti sempre meno fiduciosi.

Federica Sgorbissa

11 febbraio 2009

Una legge sul testamento biologico

Boniolo Giovanni Giovanni Boniolo

Il caso Englaro - Beppino Englaro il padre di Eluana, una donna in coma per 17 anni, dopo varie battaglie legali ha ottenuto la sospensione delle cure che tenevano in vita la figlia scatenando così la forte opposizione da parte del Governo Italiano -, ha messo in evidenza la necessità di una legge per il testamento biologico in Italia. Il rischio, o la certezza visto il disegno di legge che dovrebbe essere approvato a breve, è che nella fretta si finisca per far passare un provvedimento parziale e che limiterà la libertà di scelta di ogni cittadino. Con Giovanni Boniolo, filosofo della scienza esperto di bioetica e coordinatore del dottorato in “Foundation of life sciences and their ethical consequences” abbiamo discusso della deriva italiana in fatto di autodeterminazione del paziente.

Federica Sgorbissa

10 febbraio 2009

Tanto rumore per una particella

Maria Curatolo Maria Curatolo

Il Large Hadron Collider è un dispositivo lungo 27 chilometri situato a circa 100 metri di profondità al confine tra Francia e Svizzera. Al suo interno i fasci di protoni corrono a velocità della luce. In alcuni punti la temperatura è da brivido, quasi 270 gradi sotto zero. Ma quando i protoni si scontrano la temperatura sale fino a diventare 1000 miliardi di volte maggiore di quella al centro del Sole. I suoi numeri sono da record: LHC oggi è la macchina più potente e la fabbrica di informazioni più grande del mondo. Il suo obiettivo principale? Trovare una particella: il bosone di Higgs. Maria Curatolo, responsabile per l’INFN dell’esperimento ATLAS, spiega a Scienza Esperienza gli obiettivi degli esperimenti di LHC.

Ilenia Picardi

23 settembre 2008

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