La conclusione del “caso Englaro” non chiude la questione spinosa della legge sul testamento biologico che in Italia ancora manca e anzi, se come è probabile, verrà votata in questi giorni una legge circoscritta unicamente all'alimentazione e all'idratazione artificiale dei pazienti incapaci di provvedere a se stessi, si rischia di cadere nel caos più assoluto. Come spiega Mario Riccio, medico “Che ha fatto la volontà di Piergiorgio Welby” come recita il titolo di un suo libro – e che è stato assolto l'anno scorso dall'accusa di “omicidio consenziente” - non saranno solo i cittadini a farne le conseguenze, ma anche i medici che si troveranno ad affrontare situazioni sempre più complicate e pazienti sempre meno fiduciosi.
Englaro, Welby: sono casi che hanno scosso e diviso l'opinione pubblica in Italia. Il caso Englaro ha addirittura provocato uno scontro istituzionale. Perché secondo lei questo caso è così importante? Qual è la posta in gioco?
I casi Welby ed Englaro sono tra loro molto simili. Hanno in comune la radice della volontà del paziente. Non dobbiamo dimenticare che anche nel caso Welby il clima di scontro era lo stesso. Non però cosi acuito dallo scontro istituzionale che ha voluto Silvio Berlusconi, questo penso per problemi politici, ovviamente anche per l'imminenza delle elezioni europee e amministrative.
Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi la medicina si è mossa sempre di più nella direzione del garantire l'autodeterminazione del paziente. I fatti degli ultimi giorni qui in Italia rappresentano secondo lei una battuta d'arresto in questa direzione? Quali sono i rischi ai quali andiamo incontro?
Lei ha fatto una giusta considerazione: qui in Italia. Mentre nei paesi europei e nella maggior parte dei paesi avanzati il problema della volontà del paziente è superata ampiamente, qui nel nostro paese ancora si discute se sostanzialmente il paziente è il vero tutore, nonché proprietario, nonché decisore delle scelte sull'inizio e la fine vita.
La legge che verrà approvata “in tempi record” probabilmente verterà solo su temi specifici, come l'alimentazione e l'idratazione forzata. Un provvedimento del genere non rischia di gettare nel caos la pratica medica in casi simili a quello di Eluana Englaro?
La risposta secca ovviamente è si: la legge che verrà approvata in settimana è uno strumento col quale si impedisce e si impedirà la volontà del paziente. Oltretutto ha degli aspetti incostituzionali, ovviamente quando rifiuta di riconoscere il principio dell'autodeterminazione.
Crede che a questa legge ne seguirà una più articolata, per quanto riguarda il testamento biologico, o rimarremo in questa situazione per molto tempo?
Se questa legge come penso verrà firmata dal presidente Napolitano, ovviamente sarà subito rapidamente portata davanti alla Corte Costituzionale al primo caso che si solleverà. Sarà questione di tempi estremamente brevi. Poi io spero che parta la raccolta di firme per un referendum contro questa legge, che sarà quindi destinata comunque a presentarsi davanti alla Corte Costituzionale. Creerà nuovi “casi Englaro”, questa legge.
Crede che dopo l'approvazione di questa legge, inizierà un periodo di revisionismo nei confronti di alcune leggi che riguardano il mestiere di medico? È di pochi giorni fa l'approvazione di un provvedimento che permette ai medici di denunciare i pazienti extracomunitari irregolari che richiedono delle cure. Altre leggi sembrano a rischio, come la legge sull'aborto e quella sulla salute mentale...
Bè, è ovvio, lo dicevo anche all'inizio: il problema è politico. C'è tutto un disegno molto ben articolato, molto chiaro, di voler tacitare, di voler eludere la volontà delle persone. Quindi riguarderà anche la legge sull'interruzione della gravidanza, a cui presto penso questa maggioranza vorrà mettere mano. Ovviamente c'è il problema irrisolto sulla legge 40, sulla procreazione assistita. Ma mi allargherei anche sui temi etici, parlerei anche di quello che riguarda coppie di fatto, ovviamente. Perché c'è un discorso molto più ampio di limitare l'autodeterminazione delle persone.
Crede che il mestiere di medico stia diventando più difficile, come conseguenza di questi cambiamenti?
Il mestiere di medico è già un mestiere particolarmente difficile e delicato. Ovviamente muoversi con questa legge sarà praticamente quasi impossibile. Aumenterà moltissimo il contenzioso medico-legale, ovviamente. Ma soprattutto questa legge mina alla base il rapporto medico-paziente perché il paziente vedrà nel medico la persona che è costretta a imporgli terapie non volute e al tempo stesso il medico avrà il timore che il paziente possa dubitare delle sue capacità o della sua professionalità.
La conclusione del “caso Englaro” non chiude la questione spinosa della legge sul testamento biologico che in Italia ancora manca e anzi, se come è probabile, verrà votata in questi giorni una legge circoscritta unicamente all'alimentazione e all'idratazione artificiale dei pazienti incapaci di provvedere a se stessi, si rischia di cadere nel caos più assoluto. Come spiega Mario Riccio, medico “Che ha fatto la volontà di Piergiorgio Welby” come recita il titolo di un suo libro – e che è stato assolto l'anno scorso dall'accusa di “omicidio consenziente” - non saranno solo i cittadini a farne le conseguenze, ma anche i medici che si troveranno ad affrontare situazioni sempre più complicate e pazienti sempre meno fiduciosi.
Il caso Englaro - Beppino Englaro il padre di Eluana, una donna in coma per 17 anni, dopo varie battaglie legali ha ottenuto la sospensione delle cure che tenevano in vita la figlia scatenando così la forte opposizione da parte del Governo Italiano -, ha messo in evidenza la necessità di una legge per il testamento biologico in Italia. Il rischio, o la certezza visto il disegno di legge che dovrebbe essere approvato a breve, è che nella fretta si finisca per far passare un provvedimento parziale e che limiterà la libertà di scelta di ogni cittadino. Con Giovanni Boniolo, filosofo della scienza esperto di bioetica e coordinatore del dottorato in “Foundation of life sciences and their ethical consequences” abbiamo discusso della deriva italiana in fatto di autodeterminazione del paziente.
Il Large Hadron Collider è un dispositivo lungo 27 chilometri situato a circa 100 metri di profondità al confine tra Francia e Svizzera. Al suo interno i fasci di protoni corrono a velocità della luce. In alcuni punti la temperatura è da brivido, quasi 270 gradi sotto zero. Ma quando i protoni si scontrano la temperatura sale fino a diventare 1000 miliardi di volte maggiore di quella al centro del Sole. I suoi numeri sono da record: LHC oggi è la macchina più potente e la fabbrica di informazioni più grande del mondo. Il suo obiettivo principale? Trovare una particella: il bosone di Higgs. Maria Curatolo, responsabile per l’INFN dell’esperimento ATLAS, spiega a Scienza Esperienza gli obiettivi degli esperimenti di LHC.