Tutto sotto controllo

Febbri e dissenterie che hanno colpito molti dei membri della spedizione sono, per fortuna, in via di miglioramento. Oggi sono nella civiltà, in un piccolo villaggio sulle montagne del Tajikistan ma con una buona connessione internet (oltre che tutte le facility per lavarsi, fare il bucato e riposarsi bene). Paolo Gasparini, responsabile scientifico della spedizione, nonché uno dei pochi sopravvissuti ai vari malanni, ci parla via skype dell’esperienza di questi giorni.

Io devo fare l’assistente medico… Ma oggi si sono ripresi un po’ tutti. Dal punto di vista scientifico, qui in questa parte del Tajikistan, il lavoro sta andando molto bene. Abbiamo campionato molto bene, sia oggi che ieri, in una bellissima comunità di sole donne che lavorano le more di gelso, dalle quali producono farina e dolci, e coltivano dei fagioli particolari con cui fanno la pasta.

Quante donne avete campionato?

Ieri 20 e oggi 18, in tutto 38. Domani e dopodomani abbiamo altre due comunità del Pamir, e quindi non dovrebbero esserci grossi problemi per raggiungere un numero significativo di campioni anche in questa regione. Domani, per esempio, è previsto il campionamento di una trentina di persone.

Rispetto agli altri paesi, le comunità del Tajikistan sono lontane e piccole e più difficili da raggiungere rispetto agli altri paesi che avete attraversato?

La dimensione delle comunità non è molto diversa dagli altri posti, non sono mai molto grandi. Qui in Tajikistan sono sicuramente più difficili da raggiungere perché le vie d’accesso non sono semplicissime… Non ti dico che cosa sono le due strade che ci hanno portato prima da Dushanbe a Kalayhum e da Kalayhum a Khorog… Abbiamo anche scoperto che sono scappati 25 prigionieri molto pericolosi, proprio in questi giorni, e le strade da Dushanbe sono pattugliate. Noi siamo stati fermati ben 15 volte per controlli: se per ogni controllo conti almeno 15 minuti si fa presto a calcolare il tempo che abbiamo perso solo per questo…

[Per non parlare delle forature, del fango e delle frane… di cui abbiamo raccontato nei post dei giorni scorsi.]

E l’accoglienza delle persone com’è? Avete trovato qualche differenza rispetto agli altri posti in cui siete stati?

Qui l’accoglienza è straordinaria. Hanno una disponibilità immensa. Si vede: sono persone felici e aperte. Soprattutto qui in Pamir, ancora più che nella regione dei Sette Laghi nella valle dello Zerafshan dove siamo stati nei giorni scorsi. La comunità di oggi è una vera comunità di Terra Madre, composta da sole donne, dal carattere forte e determinato, con un progetto di vita di cui sono convinte. Dopo due giorni molto pesanti, stiamo finalmente lavorando bene e rilassati anche in Tajikistan.

Le prossime tappe sono una comunità domani e un’altra dopodomani sulla strada di ritorno per Kalayhum. Poi ci trasferiremo a Dushanbe e infine a Tashkent. Saranno due giorni di trasferimenti abbastanza pesanti, per rientrare poi in Uzbekistan.

Simona Cerrato

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