Terra Madre Kazakistan

Stamattina ad Almaty si è svolto l’incontro Terra Madre Kazakistan, organizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università nazionale. All’evento hanno partecipato scienziati e docenti dell’Istituto di Nutrizione, dell’Istituto di Genetica, dell’Istituto di allevamento e produzione di foraggi, agricoltori, rappresentanti di Ong, studenti provenienti da tutto il Kazakistan. E, ovviamente, i nostri ricercatori.
Abbiamo raggiunto al telefono Victoria Smelkova, referente Slow Food per quest’area.

Come si è svolto l’incontro?
Stamattina il gruppo di Marco Polo ha partecipato all’apertura dei seminari e, dopo una degustazione di prodotti locali, è ritornato in albergo perché oggi pomeriggio ci sarà un laboratorio dedicato proprio all’educazione sensoriale con gli studenti di un liceo alimentare, dove faremo una degustazione e anche un test.
Questa prima parte dell’evento è stata molto molto divertente e davvero internazionale: erano presenti anche alcuni ospiti provenienti dagli Stati Uniti che hanno definito l’agricoltura sostenibile come la base della sicurezza alimentare. Qui, infatti, hanno iniziato a pensare un po’ all’agricoltura biologica e organica… è molto di moda… e c’è stata anche una vera e propria presentazione della produzione organica in Kazakistan.
In tutto eravamo circa una sessantina di delegati.

Qual è stata la cosa che più ti ha colpito?
La cosa più bella è stata che una quindicina di produttori, oltre a prendere parte ai seminari, hanno portato con sé i prodotti tipici dei paesi vicino ad Almaty e Astana, dove sono presenti i nostri due convivium. Così abbiamo potuto assaggiare tutto quello che si trova a nord e a sud del paese. E tra le cose più buone, tutti eravamo d’accordo su una ricotta essiccata mescolata con burro e zucchero, quasi un dessert cotto ma davvero molto leggero e fresco.
La produttrice rappresenta la comunità di Terra Madre e a ottobre verrà a Torino.

Cosa pensano i produttori di quest’iniziativa?
Dalle voci che ho sentito, non pensavano che una cosa così ufficiale potesse essere anche così utile. È ufficiale perché è stata organizzata dalla Facoltà di Agraria dell’università e sono intervenuti docenti accademici. Per i produttori è stato molto importante ascoltarli.
Direi che siamo riusciti a mettere insieme docenti e agricoltori perché i contadini hanno fatto delle domande, i docenti hanno risposto e poi hanno discusso insieme di tante cose.

Quindi, c’è stata molta partecipazione da parte degli agricoltori
Sì, anche se all’inizio mi sono spaventata un pochino perché ho visto, come di solito avviene in una conferenza, che tutti ascoltavano senza dir nulla. Ma quando sono usciti dall’aula hanno discusso delle cose che più interessavano loro. E andando via hanno ringraziato gli organizzatori e i nostri rappresentanti locali per aver dato loro la possibilità di vedersi e scambiarsi informazioni.

E del progetto Marco Polo 2010 cosa ne pensano?
Hanno fatto tantissime domande. Noi però abbiamo diviso in due la giornata di oggi, per cui la parte più importante per il progetto si svolgerà nel pomeriggio con il laboratorio sensoriale e la relativa campionatura. Tutti però hanno chiesto una cosa: come la genetica è legata al cibo tradizionale? Paolo ha risposto che a volte il genoma della persona dipende in qualche modo anche da quello che si mangia perché le preferenze alimentari sono legate alla cultura.
E loro stessi, con altre parole, hanno detto la stessa cosa.

Lisa Zillio

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