Sopravvissuta al Pamir

Tashkent, la fortezza di pietra, è quasi inespugnabile dal punto di vista della comunicazione. Su skype si sentivano solo delle pernacchie indecifrabili. Al telefono rispondeva la vocetta dell’operatore che diceva che la persona chiamata non era raggiungibile o il telefono era spento… insomma sembrava non esserci niente da fare. Invece poi siamo riusciti a parlare con Giorgia Girotto, rediviva dopo alcuni giorni veramente difficili.

“Oggi è andato tutto bene. Siamo stati in una comunità a 40 chilometri da Tashkent e abbiamo campionato 20 persone. Avremmo dovuto andare anche in un’altra al confine con il Tajikistan ma il 1° settembre è festa nazionale e saremmo stati fermati un’infinità di volte dalla polizia. Così abbiamo rinunciato. Abbiamo visitato un’altra comunità dove un gruppo di donne ci ha invitato a un pranzo specialissimo. E lì abbiamo fatto altri campionamenti…

Lasciare il Tajikistan, malgrado le febbri e le dissenterie, ci è dispiaciuto moltissimo. Nel Pamir, soprattutto, abbiamo trovato della gente bellissima, ospitale, gentile.

La rappresentante di Terra Madre che ci ha fatto da guida era una signora molto in gamba che non solo ci ha accompagnato nelle comunità ma ci ha portato anche dai suoi parenti.

Nell’ultima comunità ci hanno regalato dei vasi di marmellata buonissima… naturalmente anche molto pesanti. E al confine, che abbiamo come sempre attraversato a piedi, abbiamo dovuto portarceli sulle spalle.

Oggi invece ci hanno regalato del pane. Il pane è sacro e viene regalato agli ospiti per onorarli. Non si può non accettare. Ma sono pani molto pesanti, che si devono mangiare freschi… dopo un po’ diventano duri e secchi e non sono più buoni.”
Abbiamo visto a Bukhara come si fa il pane, dentro i forni rotondi vengono fuori dei pani rotondi che vengono cotti sulle pareti del forno stesso.

“Ognuno di noi ha ricevuto un pane… e domani dobbiamo prendere un treno. Non ce li possiamo portare via. Purtroppo ce ne dobbiamo sbarazzare.

In una comunità ci hanno fatto un pane rotondo con la scritta “Terra Madre”… volevamo portarlo alla convention di Terra Madre a Torino dal 21 al 25 ottobre, ma ha fatto la muffa. L’abbiamo dovuto buttare.”

Il viaggio nel Pamir è stato straordinario. La strada pericolosissima, siamo passati a 2000-3000 metri di altitudine, lungo un precipizio… con le montagne alte 5000-6000 metri che si ergevano sullo sfondo.. una tensione continua. È stato un sollievo arrivare vivi a Tashkent!”

Da Trieste ancora nessuna notizia sui vostri dati?

“No… ma ormai aspettiamo di arrivare. Il lavoro qui è molto serrato. Noi facciamo tutto il possibile. Stiamo organizzando i dati, inserendoli nel database, e abbiamo spedito altri pacchi in Italia. Anche solo riordinare le provette ogni giorno, preparare i file excel con tutti i riferimenti in modo che non si confondano… non è un lavoro banale. Lo facciamo la sera quando torniamo dai campionamenti. È tanto quello che riusciamo a fare…”

Simona Cerrato

2 commenti

silvana fasano30/8/2010 alle 21:42

evidentemente il mio 1°commento si è perso tra le montagne… dicevo: o siete un mito o… una banda di matti !!! ma siccome vi voglio molto bene scelgo la prima opzione !!
Tenete duro e guardate bene dove mettete i piedi !!! (beh.. l’Albania a confronto è una passeggiata per via Scarlatti…).
Bacioni.
Silvana. Leo e ragazzi

paolo2/9/2010 alle 03:18

ciao silvana,
siamo sicuramente un po’ matti, e le strade dell’Albania in confronto al Pamir erano veramente una passeggiata, la spedizione sta andando bene, ed anche voi ci mancate. Ci vedremo tutti a Torino! ma ci sentiremo molto prima al nostro rientro.

ciao paolo

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