Ragioni e sentimenti alla fine del viaggio: Pio

Seconda puntata – A pochi giorni dalla conclusione del viaggio chiediamo ai protagonisti scienziati di raccontarci le loro impressioni e le loro conclusioni. Ovviamente il progetto non si conclude domenica, quando arriveranno all’aeroporto di Trieste. Da quel momento comincia il lavoro di analisi dei dati che li porterà attraverso nuove strade scientifiche per ora imprevedibili.

Pio D’Adamo ci racconta che…

Sempre baldanzoso… sempre contento!

Dipende, ci sono stati momenti di crollo fisico. Ma adesso va bene. Anche perché la Cina, dal punto di vista della varietà dei cibi, è una meraviglia. E questo mi rende molto felice. Perché durante tutta l’Asia centrale, dalla Georgia in poi, alla fine la varietà non c’era. Ci sono due o tre cibi che si ripetono più o meno ovunque con varianti minime e, sai, noi italiani siamo abituati alla varietà.

Invece qui è una meraviglia e questo aiuta anche l’umore.

Dal punto di vista scientifico?

Abbiamo superato i 550 individui campionati. Ma oltre ai numeri nudi e crudi, sono particolarmente contento perché in questi paesi abbiamo gettato una rete. Oggi abbiamo una rete di contatti, e questo può voler dire che caso mai ci fosse il bisogno di incrementare il numero di campioni in certi paesi adesso sapremo come fare, sarebbe molto molto più facile.

Abbiamo spedito a Trieste tutte le schede scansionate e abbiamo fatto l’upload di quasi tutti i dati sul sever. E adesso tre collaboratori nostri stanno essenzialmente completando i dati, nel senso che le scansioni non sono perfette. Ogni scheda ha alcuni buchi nelle informazioni. Loro le stanno visionando una per una e colmano i buchi. Se ci riusciamo in fretta, le prime analisi cominceranno già questa settimana e presenteremo i dati preliminari in occasione della Notte dei Ricercatori a Trieste.

E se tu dovessi progettare un’altra spedizione del genere che cosa vorresti migliorare?

Non lo so ancora. Questo è stato veramente un tour de force. E nelle diverse comunità ci siamo stati veramente poco tempo. Va benissimo per quanto riguarda il lavoro strettamente scientifico di acquisizione dei campioni… alla fine per raccogliere campioni e fare i test e il tempo era proprio quello che ci voleva. Dal punto di vista della conoscenza delle comunità, invece, siamo rimasti troppo poco tempo. Per ogni comunità ci vuole una permanenza più lunga. In una prossima spedizione forse proverei a ridurre il numero di comunità e mi focalizzerei su alcuni paesi, dove dedicare più tempo per approfondire anche gli aspetti che esulano dal campionamento vero e proprio. Certo che in questo caso non si poteva fare. Questo era la Via della Seta. Quello a cui penso io sarebbe piuttosto un raffinamento di quello che abbiamo costruito con questa spedizione, che rappresenta l’ossatura di tutte le popolazioni campionate. Se dalle analisi emergeranno popolazioni particolarmente interessanti o di cui si hanno delle lacune nei dati che devono essere colmate, ecco lì, successivamente, andrei in maniera più mirata dedicandoci più tempo.

Simona Cerrato

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