Estrazione del DNA

È iniziata oggi nel laboratorio di Genetica Medica dell’IRCCS Burlo di Trieste l’estrazione del DNA dai 172 campioni raccolti in Armenia.
Tre sono le fasi principali di questo processo: l’associazione dei campioni a un nuovo codice numerico provvisorio semplificato (da 1 a 172); l’estrazione vera e propria del DNA (le cellule contenute nella saliva vengono rotte per far uscire il DNA che poi viene precipitato e lavato in modo da eliminare tutti i residui inutili); l’archiviazione del DNA in una biobanca e la preparazione di un’aliquota da spedire al Cluster in Biomedicine – CBM dove inizierà la fase di analisi.
Emmanouil Athanasakis, detto Manolis, biotecnologo medico che vediamo all’opera in queste foto, ci ha spiegato le novità introdotte nel processo di estrazione rispetto allo scorso anno.

“C’è stata una generale ottimizzazione del processo in modo da evitare il più possibile il verificarsi di errori umani e avere così un miglioramento della qualità finale. L’anno scorso (spedizione 2010) abbiamo raggiunto il 95,51% di campioni utili. Tutti i passaggi dell’estrazione fino all’inserimento nella biobanca (circa 16) vengono registrati in un database in modo da capire, in caso di fallimento di questa procedura, dove e perché è successo. Un campione infatti può fallire per diversi motivi, per esempio perché la saliva è particolarmente sporca o perché contiene poche cellule e sapere la causa di questo fallimento è molto utile per migliorare sia la raccolta del campione che le diverse fasi del suo processamento. Inoltre, la fase di registrazione ed estrazione sono state in parte semi automatizzate. È come trascrivere un libro o fotocopiarlo. Fotocopiandolo la possibilità d’errore è molto inferiore rispetto a trascriverlo”.

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