Di Samarcan
Samarcan è una nobile cittade, e sonvi cristiani e saracini. E’ sono al Grande Cane, e sono verso maestro. E diròvi una maraviglia ch’avenne in questa terra.
E’ fu vero, né no è grande tempo, che Gigata, fratello del Grande Cane, si fece cristiano, e era signore di questa contrada. Quando li cristiani della cittade videro che lo signore era fatto cristiano, ebbero grande alegrezza; e allora fecero in quella cittade una grande chiesa a l’onore di san Giovanni Batista, e cosí si chiama. E’ tolsero una molto bella pietra ch’era dei saracini e poserla in quella chiesa e miserla sotto una colonna in mezzo la chiesa, che sostenea tutta la chiesa. Or venne che Gigatai fu morto e gli saracini, vedendo morto ‘l segnore, abiendo ira di quella pietra, la volloro tòrre per forza; e poteallo fare, ch’erano 10 cotanti che gli cristiani. E mossorsi alquanti saracini e andarono a li cristiani, e dissero che voleano questa pietra. Li cristiani la voleano comperare ciò che ne voleano; li saracini dissero che no voleano se non la pietra. E alott[a] l[i] signoregiava lo Grande Cane, e comandò a li cristiani che ‘nfra 2 die Ii rendessero la loro pietra. Li cristiani, udendo lo comandamento, funno molto tristi e non sapeano che si fare. La mattina che la pietra si dovea cavare di sotto dalla colonna, la colonna si trovò alta di sopra a la pietra bene 4 palmi; e non toccava la pietra per lo volere del Nostro Signore. E questa fue tenuta grande meraviglia e è ancora; e tuttavia v(i) stette poscia la prieta.
Marco Polo, Il Milione