Bambine prodigio e future leader
Oggi, nella comunità dei produttori di piselli neri, ci prendiamo del tempo per parlare con Nafisa, la dodicenne più in gamba che abbiamo mai conosciuto.
È la figlia di Moira, e sarà pur vero che buon sangue non mente, ma credo sia soprattutto il risultato di quegli investimenti in formazione a cui accennavo ieri. Abita a Khorog, proprio dove oggi si campiona, e frequenta la scuola della fondazione dell’Aga Khan insieme ad altri 980 studenti. Le chiediamo di farci fare un tour nella casa “diffusa” e tra i “pamedor” – come qui chiamano i pomodori – dell’orto: qui si sta tutti insieme, zii e nipoti, distribuiti in case vicine, affacciate sull’acqua. “Quando il fiume è in piena, mio padre pesca da qui, dal davanzale.” Insieme a Nafisa, c’è anche il cugino Masrur di 10 anni.
Alla fine, ecco che cosa mi racconta decisa, entusiasta, consapevole, e per di più in inglese avanzato.
Cos’ha di speciale la scuola che frequenti?
Il fatto che studiamo tre lingue (tagiko, inglese e russo) invece di una sola. Poi abbiamo ottimi insegnanti. E grazie al programma “Flaks” abbiamo l’opportunità di frequentare un anno all’estero a partire dall’ottavo e fino al decimo anno (la scuola ne prevede undici). Usciti di lì, se passiamo un esame, possiamo fare l’Università a Londra, in Francia, in America, in Canada, a Bishkek in Kirghizistan, sempre grazie a borse di studio della Aga Khan Foundation.
Secondo te, perché l’Aga Khan fa tutto questo?
Perché anche lui desidera un futuro migliore per il Tajikistan. E perché questo può avverarsi solo attraverso l’educazione.”
Un refrain imparato a memoria? Il piglio e la spontaneità di Nafisa non lo farebbero affatto pensare.
E tu? Hai un sogno per il tuo futuro?
Sono indecisa. Ho due idee: andare a Mombasa alla School For Future Leaders, e poi a Londra per diventare una leader locale del GBAO; oppure, se non dovessi superare l’esame di ammissione, darmi alla diplomazia internazionale.
Una scuola a Mombasa?
Sì. A Mombasa l’Aga Kahn ha aperto una università internazionale per formare persone che sappiano governare bene il loro paese. Lì possiamo incontrare studenti che provengono da tutti i paesi dove esistono scuole dell’Aga Khan. È importante conoscere anche persone di altre culture… diventare amici… Perché poi, quando dovremo risolvere dei problemi che riguardano anche gli altri, potremo telefonarci e metterci d’accordo.
Che cosa vorrai fare, tu, per il Tagikistan? Quali sono i problemi che affronteresti?
Prima di tutto quello dell’elettricità, che ancora oggi manca per molte ore al giorno. Poi quello dell’emigrazione: qui non c’è lavoro, e tutti gli uomini se ne devono andare.
Che tipo di occupazione pensi che gli uomini potrebbero avere nella tua regione? Ci sono tantissime cose importanti da fare. Il problema è che nessuno sa farle, perché manca la formazione. All’estero, gli uomini fanno solo i muratori. Ecco perché studiare è importante.
Come si accede alla vostra scuola?
Dobbiamo passare un test di ammissione. E poi, ogni anno, superare un esame. Se non ci riusciamo, facciamo un corso supplementare. Se non superiamo l’esame finale, dobbiamo lasciare la scuola.
Le domandiamo allora in che tipo di test consiste l’esame di ammissione, per capire se si tratta di una scuola realmente aperta ai bambini di ogni classe sociale. Nafisa ci dice che i test non riguardano solo le conoscenze, ma anche le capacità logiche e non solo queste… Si disegna, si racconta, si ordinano le idee. “E, infatti a scuola arrivano tutti, ricchi e poveri. Non contano i soldi – conclude –– ma la testa”.
Ma Nafisa è anche una bimba come tutte le altre. Nel tempo libero nuota, guarda la tv, esce con le amiche, legge. Favole fino a ieri, oggi “libri sul mondo: notizie, problemi, altre culture”.
Auguri cara Nafisa. Speriamo tutti che il tuo sogno si avveri! E che tu possa essere per il tuo paese una leader capace e generosa.