Correre i quattrocento metri in una delle città più inquinate del mondo (forse la città più inquinata in assoluto) non dev'essere piacevole. Eppure nell'agosto di quest'anno le Olimpiadi si svolgeranno a Pechino, in Cina, dove l'inquinamento provocato soprattutto dalle fabbriche e dalle automobili ha raggiunto livelli insostenibili.

Tuttavia la capitale cinese sembra intenzionata a escogitare strategie che assomigliano più a paliativi che a vere e proprie soluzioni al problema.

Pechino sta infatti chiudendo il 10% delle pompe di benzina per migliorare la qualità dell'aria. Entro la fine di maggio 144 stazioni di rifornimento saranno chiuse a causa del mancato rispetto degli standard ambientali. È un tentativo di ridurre i livelli dei fumi di scappamento mentre i veicoli sono in coda per il pieno.

Più di mille stazioni di benzina della città saranno inoltre dotate di nuovi impianti in grado di assorbire i vapori dai tubi di scappamento delle automobili, immagazzinandoli in dei serbatoi. Il costo previsto per ogni nuovo distributore si aggira intorno ai settantamila dollari.

L'inquinamento di Pechino è una delle maggiori preoccupazioni del Comitato olimipico, tanto che il presidente, Jacques Rogge, avverte che qualche evento potrebbe essere rimandato a causa dei livelli di inquinamento troppo elevati. Tra l'altro, è plausibile che durante i giochi il numero delle autovetture circolanti aumenti, ma sembra che il governo sia intenzionato a sospenderne la circolazione durante il periodo.