Secondo alcuni ricercatori britannici i salti rapidi costituirebbero la causa di quasi l’80% dei processi evolutivi
Arrivano dall'Università di Reading, nel Regno Unito le prove genetiche del modello evoluzionistico formulato negli anni Settanta da Stephen Jay Gould e Niels Eldredge secondo cui l'evoluzione procede lentamente, “punteggiata" da brevi periodi di rapidi cambiamenti evolutivi. Secondo gli autori dello studio, pubblicato su “Science” (vol. 314, n. 5796), l'analisi delle sequenze geniche di piante, animali e funghi dà prova del verificarsi di periodi di rapida evoluzione molecolare.
Tra gli organismi della stessa specie vi è una forte somiglianza nella sequenza dei nucleotidi, le lettere con cui è scritta l'informazione genetica. Specie simili e con antenati in comune hanno sequenze simili. Quanto più le specie sono evolutivamente lontane, tanto più sono differenti le loro sequenze nucleotidiche.
Analizzando le sequenze geniche di alcune specie strettamente correlate, i ricercatori ne hanno ricostruito le linee di discendenza. Hanno osservato in ciascun albero filogenetico il numero di eventi di speciazione, cioè i momenti in cui nuove specie si differenziano dalle altre. I ricercatori hanno valutato con test statistici quanta della divergenza nucleotidica osservata sia il risultato di un'evoluzione graduale e quanta sia attribuibile a rapidi cambiamenti. Hanno così trovato prove statisticamente significative di equilibri punteggiati nel 30-35% dei casi esaminati. L'evoluzione punteggiata è risultata responsabile del 22% dei cambiamenti nucleotidici giustificando il 78% della divergenza tra le specie.
Dallo studio è emerso inoltre che i periodi di breve evoluzione sono più frequenti nelle piante e nei funghi rispetto agli animali. "In piante e funghi sono più comuni meccanismi di alterazione genetica che portano a rapide speciazioni", hanno spiegato i ricercatori.
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