Si scava a Paliki, una penisola di Cefalonia, in Grecia. Secondo un gruppo di archeologi e geologi britannici questo sito sarebbe più simile alle descrizioni del poema omerico
Un team di archeologi e geologi britannici sta cercando di scoprire dove si trovi davvero Itaca, la patria dell'eroe omerico Ulisse. In base al giudizio di molti esperti, il luogo mitologico corrisponderebbe all'odierna Itaca, un'isola del Mar Ionio a nord di Cefalonia. Ma secondo la televisione britannica BBC alcuni scienziati stanno attualmente scavando un foro per carotaggi nella penisola di Paliki, a Cefalonia, per trovare i resti della città omerica. L'obiettivo della ricerca è trovare alcune prove scientifiche che dimostrino come la penisola anticamente fosse separata da Cefalonia da uno stretto canale navigabile, che si è riempito solo negli ultimi 2500 anni.
Il cuore del dibattito scientifico su Itaca è rappresentato dai pochi versi nei quali Omero descrive l'isola: si parla di un terreno basso verso ovest e lontano dal mare. La moderna Itaca è invece un terreno scosceso, che si trova sull'arco orientale delle isole Ionie e che quindi guarda verso l'alba, cioè verso est. L'ipotesi della penisola di Paliki è stata proposta nel 2005 in un libro dell’archeologo dilettante Robert Bittlestone: la penisola è più piatta rispetto all'odierna Itaca e punta verso ovest.
Rimane però da trovare la prova decisiva, e cioè che Paliki fosse un tempo effettivamente un'isola e che l'istmo di Thinia che oggi collega Paliki a Cefalonia fosse uno stretto braccio di mare. Inoltre bisogna considerare che l'istmo è circa 180 metri sopra il livello del mare. Un evento così catastrofico da trasformare il canale in un istmo in un periodo di tempo breve da un punto di vista geologico è piuttosto improbabile. Moderne analisi geologiche indicano infatti che il sollevamento del suolo nella zona delle isole Ionie si è limitato a sei metri circa negli ultimi tremila anni.
Gli scienziati britannici, guidati da John Underhill un geologo dell'Università di Edimburgo, pensano che il canale sia stato riempito da una frana dalle colline circostanti, un fenomeno non infrequente nella zona. Il carotaggio previsto per questa settimana, conta di raggiungere quota 100 metri di profondità allo scopo di trovare un debole aggregato di rocce e detriti lungo l'intera lunghezza dell'istmo. "Se colpiamo roccia molto resistente, la teoria non regge", ammette Underhill.
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