I risultati della sonda WMAP svelano che cosa è successo nelle fasi iniziali di nascita dell'Universo.
Per la prima volta un gruppo di ricercatori della Nasa è riuscito a studiare la polarizzazione della luce emessa subito dopo il Big Bang, confermando la teoria dell'Universo inflazionario. Questa teoria ipotizzava che l'Universo si fosse ingrandito molto rapidamente dopo l'esplosione iniziale, raggiungendo in circa un trilionesimo di secondo dimensioni quasi simili a quelle attuali, per lasciare poi spazio al processo di espansione che registriamo ancora oggi.
Le nuove misurazioni indicano anche che le prime stelle sono nate circa 400 milioni di anni dopo il Big Bang. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori che lavorano sugli strumenti della sonda Nasa Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP) sono riusciti a mappare le minuscole variazioni nella temperatura delle microonde che attraversano lo spazio. Queste variazioni, possono rivelare le varie tappe delle fasi di nascita dell'Universo, un po' come i fossili mostrano l'evoluzione della vita sulla Terra. Le microonde infatti non sono altro che l'eco fossile della luce prodotta dal Big Bang.
Dall'analisi di queste microonde i ricercatori coordinati da Charles Bennett della Johns Hopkins University di Baltimora nel Maryland sono riusciti a valutare anche quale modello inflazionario era più adeguato. In una conferenza stampa tenuta in America, Bennett ha spiegato che "più a lungo il satellite riuscirà a osservare le microonde più approfondite saranno le conoscenze relative ai primi istanti di vita dell'Universo". Ha anche aggiunto che i risultati ottenuti sulla polarizzazione della luce sono stati sottoposti per la pubblicazione alla rivista Astrophysical Journal. I risultati dello studio dimostrano anche l'urgenza di individuare le onde gravitazionali, cioè distorsioni dello spazio tempo prodotte secondo i modelli teorici proprio dall'Universo inflazionario.
I dati dell'osservatorio Chandra offrono nuovi indizi sull'evoluzione di questi misteriosi oggetti galattici.
La scoperta pubblicata su "Nature" suggerisce che sarebbe possibile ricavare staminali senza distruggere gli embrioni.
Su "Nature" alcuni esperti lanciano l'allarme: la ricerca inizia a dipendere troppo dai computer.
Entro la fine del secolo le temperature delle due calotte polari saranno simili a quelle di 130 000 anni fa, l'ultima era interglaciale.
Le analisi delle carote di ghiaccio del progetto Epica svelano i segreti del clima degli ultimi 740 mila anni.
Ha il collo più lungo rispetto alle dimensioni del corpo mai scoperto fino a oggi nei dinosauri.
L'onda è passata sulle isole dell'Oceano Indiano depositando uno strato di qualche centimetro di sabbia.
Una sonda giapponese mostra i dati prelevati dall'asteroide.
Secondo una ricerca pubblicata su Science esiste una correlazione tra le acque oceaniche più calde e l'aumento della forza degli uragani.
Gli astronomi sono riusciti per la prima volta a misurare con precisione i parametri delle nane brune.
Anche gli anfibi comunicano su frequenze non udibili dagli esseri umani.
L'Università dell'Arizona lancia Google Mars, il globo da desktop per visitare il pianeta rosso.
Dati della NOAA indicano che la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è sempre più elevata.
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Un articolo postumo di uno scienziato americano impegnato nel progetto Manhattan getta dei dubbi sulla fattibilità dei reattori a fusione.
Enceladus, una delle oltre sessanta lune di Saturno, ha pozze di acqua liquida poco sotto la superficie.
Astronomi italiani individuano uno dei lampi di raggi gamma più lontani nel tempo e nello spazio mai trovato finora.
Secondo una inchiesta della rivista "Nature" gli esperimenti sulla fusione nucleare da bolle di plasma non convincono.