Secondo una ricerca pubblicata su Journal of Neuroscience il cervello si comporterebbe come un direttore d’orchestra nel controllo dei movimenti. Utilizzando combinazioni di poche sequenze di controllo, chiamate sinergie muscolari, il cervello invierebbe comandi complessi a molti muscoli; ciascuna sinergia, come una nota su uno spartito musicale, verrebbe poi eseguita con un tempo e un’intensità che variano in funzione della direzione verso la quale si vuole muovere il braccio. L’innovativa teoria è stata descritta da Andrea D’Avella e dal suo team del Dipartimento di Fisiologia Neuromotoria della Fondazione Santa Lucia di Roma. Lo studio potrebbe risultare fondamentale per la progettazione di protesi e lo sviluppo di nuovi protocolli per la riabilitazione neuromotoria.

“I risultati ottenuti – sottolinea D’Avella – potranno essere sfruttati per progettare sistemi per la stimolazione elettrica funzionale della muscolatura del braccio in pazienti con lesioni del midollo spinale. Oppure per realizzare efficaci protesi neuro-motorie a controllo corticale. Daranno poi un contributo allo sviluppo di nuovi protocolli di riabilitazione, mirati a ristabilire la capacità di attivazione degli elementi neurali coinvolti piuttosto che dei singoli muscoli o movimenti”

I ricercatori hanno analizzato l’organizzazione spazio-temporale delle attività muscolari responsabili del controllo dei movimenti di puntamento veloce. In particolare hanno registrato l’attività elettro-miografica di 19 muscoli della spalla e del braccio durante movimenti da punto a punto tra una posizione centrale e 8 posizioni periferiche. Con un algoritmo è stato identificato un insieme di 4-5 sinergie muscolari per ogni soggetto. Le combinazioni di queste sono risultate in grado di rappresentare il movimento con una precisione compresa tra il 73% e l’82%.