Ricercatori italiani scoprono segni di interventi sulle carie dentali risalenti al neolitico.
Sono vecchi di almeno 9000 anni i primi tentativi, peraltro riusciti, da parte dell'uomo di curare le carie. La prova arriva da un villaggio neolitico del Pakistan dove un'équipe di ricercatori italiani e francesi ha scoperto alcuni denti appartenenti a uomini vissuti intorno al 7500 a.C., sui quali sono ben visibili i segni lasciati dalla punta di selce usata dai primi dentisti.
La scoperta, pubblicata su "Nature" (vol. 440 n. 7085) è stata realizzata da ricercatori dell'Università di Roma La Sapienza guidati da Alfredo Coppa del Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo e di quelli del Museo Etnografico Pigorini guidati da Luca Bandioli.
I reperti sono stati portati alla luce alcuni anni fa nel corso degli scavi del sito neolitico di Mehrgarh, in Pakistan. Analizzando nel dettaglio alcuni degli oltre 4000 denti recuperati, l'attenzione dei ricercatori si è concentrata su alcuni forellini molto particolari che a prima vista sembravano essere quelli propri di una carie presenti su undici denti. Un'analisi più attenta dei forellini e la scoperta contestuale di una sepoltura in cui sono state rinvenute diverse punte di trapano in selce hanno spinto i ricercatori ad approfondire l'ipotesi che quei fori fossero il risultato di vere e proprie trapanazioni a scopo terapeutico. I fori sono stati sottoposti a ulteriori e più dettagliate analisi, inclusa la microscopia ottica a luce riflessa e la microtomografia, che hanno permesso di evidenziare le tracce delle punte di selce sulla struttura del dente.
Il lavoro dei ricercatori non si è però fermato. Infatti si è cercato anche di capire in quale modo, al tempo in cui l'uomo stava iniziando ad addomesticare le prime piante, questi dentisti riuscivano a praticare dei fori tanto precisi da poter essere scambiati con quelli che vengono effettuati ai giorni nostri nei normali studi odontoiatrici. "Molto probabilmente - ha spiegato Luca Bondioli - i dentisti di Mehrgarh usavano i trapani impiegati nella perforazione delle perline (strumenti ancora in uso in India) azionati da un arco che fa girare una punta di selce montata su un supporto di legno". Gli esperti dell'Istituto Centrale del Restauro (ICR) hanno ricostruito questi strumenti e hanno provato a effettuare su modelli alcuni di questi fori con successo. "Molto probabilmente l'intera operazione - ha spiegato Massimo Vidale, archeologo esperto di artigianato preistorico dell'ICR - durava al massimo un minuto ed era sufficiente a curare il dente del malato".
Esperti americani hanno misurato i parametri della seconda stella più brillante dell'emisfero settentrionale.
Le esplosioni più intense dell'Universo avvengono solo in galassie primitive e quindi non avrebbero potuto causare estinzioni sul nostro paese.
I resti rappresentano un collegamento tra gli australopiteci e gli ardipiteci, due tra i più antichi antenati dell'uomo.
Lo stadio di un missile sarà lanciato contro la superficie del nostro satellite alla ricerca di acqua.
Il successo è stato ottenuto al Fermilab di Chicago misurando la trasformazione del mesone BS.
La sonda europea è entrata in orbita attorno al secondo pianeta del Sistema solare. Dal 4 giugno inizierà la raccolta di dati scientifici.
Fisici americani in una simulazione al computer riescono a ottenere l'ordine dal caos di partenza.
Una equipe di ricercatori ha scoperto un vero e proprio paradiso perduto di specie animali e vegetali nella regione himalayana.
Il riscaldamento globale ha aumentato la portata dei fiumi che sfociano nell'Oceano Artico.
Chiamato Tiktaalik roseae è un anello mancante tra gli animali marini e quelli terrestri.
Simulazioni al computer svelano che un pianeta simile alla Terra potrebbe aver orbitato tra Marte e Giove, nella cintura degli asteroidi, all'origine del Sistema solare.
Il vincitore dell'importante premio per la matematica è Lennart Carleson e ha 78 anni.
Una nuova teoria sfida l'ipotesi dominante delle catastrofi: le estinzioni furono più graduali di quanto pensato finora.
Studio giapponese sottolinea che i gibboni sono magri perché manca loro un gene presente invece negli altri primati.
L'esperimento MINOS ha permesso di convalidare risultati già ottenuti nel 2002.
Realizzati cavi di materiali superconduttori ad alte temperature in grado di operare anche in presenza di campi magnetici.
Ricercatori italiani hanno ricostruito un sofisticato sistema usato ai tempi dei romani per falsificare le monete d'argento.
La capsula Foton M3 partirà nel settembre del prossimo anno per cercare di studiare il rimescolamento diffusivo.
L'analisi chimica dei minerali di rame dimostra che gli scambi fra le regioni a nord e a sud del grande deserto sono iniziati 400 anni prima del previsto.
I dati raccolti dal SeagrassNet dimostrano un calo generalizzato delle piante marine in tutto il mondo.
I grandi mammiferi marini seguono un approccio simile a quello del linguaggio umano, organizzando in modo gerarchico i loro canti.