Poco azoto, mal distribuito e facilmente eliminato dai terreni: la scarsa presenza di questo elemento impedisce, secondo scienziati americani, che le piante assorbano grandi quantità di carbonio dall'atmosfera contribuendo significativamente al controllo del riscaldamento globale.
I "pozzi di carbonio", cioè l'accumulo di anidride carbonica emessa nell'atmosfera nelle foreste e nel suolo, sono probabilmente un'illusione. A dirlo alcuni ricercatori della Carnegie Institution di Stanford che hanno pubblicato un lavoro in proposito sulla rivista "Science".
Gli scienziati hanno sempre pensato che il processo di riscaldamento globale potesse essere rallentato dalla tendenza degli organismi vegetali ad assorbire anidride carbonica, un elemento essenziale del processo di fotosintesi, crescendo sempre di più. Questo aspetto è stato tenuto in considerazione nella stesura del Protocollo di Kyoto, tanto che uno Stato che abbia piantato nuove foreste può "sottrarre" l'anidride carbonica accumulata dalle piante dalle quote di riduzione che gli spettano.
A quanto pare però questo processo è più limitato del previsto. Secondo Christopher Field, direttore del Department of global ecology del centro di ricerca californiano, dimostra che le quantità di azoto disponibili per le piante sono troppo basse per permettere l'accumulo di grandi quantità di CO2. "Non possiamo contare sulla capacità di assorbimento del carbonio da parte degli ecosistemi terrestri per un contributo sostanzioso al rallentamento dei cambiamenti climatici globali — ha detto Field — e un ridotto accumulo di carbonio in questi sistemi vegetali significa che ci sarà un aumento ancora più rapido della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, e quindi, di conseguenza, un più rapido riscaldamento globale."
"Anche se le piante sono esposte a tanta anidride carbonica, è la carenza di azoto che ne impedisce l'accumulo oltre una certa soglia — spiega ancora Field — e anche se l'azoto viene fornito in agricoltura, questo avviene in modo disomogeneo e comunque l'azoto si perde rapidamente. È quindi presumibile che l'azoto sarà il fattore limitante che non permetterà l'assorbimento delle quantità di carbonio auspicate anche dagli esperti climatologi che lavorano al protocollo di Kyoto."
Una stella luminosa, a venticinque anni luce dal Sole nella costellazione della Lira, cui ruota attorno un sistema plantario che potrebbe essere simile al nostro, con la presenza di grandi pianeti gassosi ma anche di piccoli pianeti rocciosi: è la volta buona?
Un dispositivo tedesco, capace di trasmettere e di ricevere le comunicazioni, è stato messo a punto dal tedesco Philipp Reis prima di Bell e dell'italiano Meucci. Continua la gara per assegnare il primato dell'invenzione che ha rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni.
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Un vero e proprio mostro, in termini astronomici, Eta Carinae, una delle stelle più grandi della nostra Galassia, è circondata da una nebulosa a forma di fungo e da un guscio di gas che sembra un pallone da rugby. Segnali che la fine è vicina, e che presto potrebbe trasformarsi in supernova.
Una soluzione di metacrilato che penetra nei pori argillosi e un "bombardamento" con elettroni in un acceleratore di particelle: la chimica e la fisica al servizio dell'archeologia, per salvare le migliaia di statue dell'armata cinese costruite più di 2000 anni fa.
Un adenovirus che inietta il gene p53, importante nello sviluppo di molti tumori. Dall'inizio del prossimo anno sarà disponibile sul mercato cinese un farmaco anti cancro basato sui principi della terapia genica e sperimentato con successo su oltre un centinaio di malati.
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Un telo sintetico riflettente, per proteggere la cima del ghiacciaio africano depositario della storia climatica del continente nei suoi ghiacci vecchi più di diecimila anni. In attesa di un programma efficace di ri-forestazione, per ricostituire le riserve di acqua e ghiaccio.
I dati del satellite Soho confermano la teoria dominante sulle macchie solari: il gas espulso nello spazio in conseguenza dei moti di rotazione e convezioni interni al sole, elimina il rivestimento magnetico del sole ciclicamente, lasciandone emergere uno nuovo.
Un microflusso che spinge in avanti le cellule, come un meccanismo di contrazione e dilatazione continuo: ricercatori inglesi comprendono cosa c'è alla base del movimento delle cellule nel corpo. Siano esse cellule tumorali o immunitarie. Una scoperta con grandi potenzialità applicative.
Un algoritmo sofisticato e un modello teorico di ripiegamento delle sequenze aminoacidiche: un gruppo di ricercatori USA è riuscito a ottenere per la prima volta in laboratorio una proteina tridimensionale funzionante senza partire da una sequenza naturale.
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GMES e GEO: ossia una rete europea di monitoraggio dell'ambiente, mediante l'uso di satelliti, reti esistenti e piattaforme terrestri e aeree. GMES passa alla fase operativa e decide le prossime azioni. Intanto, a livello globale, si attiva GEO, una rete mondiale nella quale lavorano 34 paesi.
Una gamma camera di dimensioni ridotte e costo contenuto, capace di fotografare tumori anche piccolissimi e di permettere la chirurgia radio guidata: è l'ultimo brevetto del CNR, che ha permesso la nascita di uno spin-off tra CNR, ricercatori e partner privati.