Un telo sintetico riflettente, per proteggere la cima del ghiacciaio africano depositario della storia climatica del continente nei suoi ghiacci vecchi più di diecimila anni. In attesa di un programma efficace di ri-forestazione, per ricostituire le riserve di acqua e ghiaccio.
I ghiacciai del monte più alto dell'Africa, il Kilimangiaro, potrebbero scomparire in circa vent'anni. Per salvarli uno scienziato originario dello Zimbabwe, Euan Nisbet, attualmente in forze alla Royal Holloway University of London, ha proposto di coprirli con un telone impermeabile.
Nel 2000, la superficie coperta di ghiaccio sulla cima del Kilimangiaro era di due chilometri quadrati e 200 metri, pari all'80% in meno di quanto coperto nel 1912. La cime del monte potrebbe essere nuda roccia già nel 2020, secondo Lonnie Thompson della Ohio State University di Columbus. E a questo ritmo, l'archivio preziosissimo contenuto nel ghiaccio (e cioè i dati su come è cambiato negli ultimi undici mila anni il clima africano) potrebbe ben presto scomparire del tutto.
Causa di questo fenomeno è sicuramente anche il riscaldamento globale. Tuttavia gli scienziati pensano che una delle ragioni principali sia la forte deforestazione che ha colpito le pendici del monte. Privati dell'umidità proveniente dalla foresta, infatti, i venti sono diventati secchi mentre il ghiaccio, non rafforzato da nuova acqua, è evaporato rapidamente sotto l'intenso sole equatoriale.
La soluzione migliore dunque (ma anche quella di più lungo periodo) prevede di piantare nuovi alberi nella regione. In attesa però che le foreste ricrescano, il ghiaccio potrebbe salvarsi grazie a un drappo di materiale sintetico che rifletta il sole e lo protegga anche dai venti secchi che soffiano lungo le pendici.
Una stella luminosa, a venticinque anni luce dal Sole nella costellazione della Lira, cui ruota attorno un sistema plantario che potrebbe essere simile al nostro, con la presenza di grandi pianeti gassosi ma anche di piccoli pianeti rocciosi: è la volta buona?
Un dispositivo tedesco, capace di trasmettere e di ricevere le comunicazioni, è stato messo a punto dal tedesco Philipp Reis prima di Bell e dell'italiano Meucci. Continua la gara per assegnare il primato dell'invenzione che ha rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni.
Nanotubi al carbonio, di un nanometro di diametro, inseriti in una molecola di DNA e capaci di permettere l'autoassemblaggio di un transistor: l'integrazione tra fisica e biologia nella costruzione di dispositivi autoassemblanti è ormai una realtà.
Poco azoto, mal distribuito e facilmente eliminato dai terreni: la scarsa presenza di questo elemento impedisce, secondo scienziati americani, che le piante assorbano grandi quantità di carbonio dall'atmosfera contribuendo significativamente al controllo del riscaldamento globale.
L'introduzione di conigli selvatici sulle isole della California ha portato a uno sviluppo della popolazione di aquile predatrici. Che ora stanno uccidendo anche le volpi selvatiche, una specie in via di estinzione, protette dal programma di conservazione del Parco nazionale di Santa Cruz.
Un vero e proprio mostro, in termini astronomici, Eta Carinae, una delle stelle più grandi della nostra Galassia, è circondata da una nebulosa a forma di fungo e da un guscio di gas che sembra un pallone da rugby. Segnali che la fine è vicina, e che presto potrebbe trasformarsi in supernova.
Una soluzione di metacrilato che penetra nei pori argillosi e un "bombardamento" con elettroni in un acceleratore di particelle: la chimica e la fisica al servizio dell'archeologia, per salvare le migliaia di statue dell'armata cinese costruite più di 2000 anni fa.
Un adenovirus che inietta il gene p53, importante nello sviluppo di molti tumori. Dall'inizio del prossimo anno sarà disponibile sul mercato cinese un farmaco anti cancro basato sui principi della terapia genica e sperimentato con successo su oltre un centinaio di malati.
Un faglia di subduzione, con un ciclo di circa duecento anni: la combinazione di simulazioni al computer e di antiche leggende nipponiche e dei nativi americani, ha fornito la ricostruzione di uno dei più devastanti terremoti della storia, che si verificò nel 1700.
I dati del satellite Soho confermano la teoria dominante sulle macchie solari: il gas espulso nello spazio in conseguenza dei moti di rotazione e convezioni interni al sole, elimina il rivestimento magnetico del sole ciclicamente, lasciandone emergere uno nuovo.
Un microflusso che spinge in avanti le cellule, come un meccanismo di contrazione e dilatazione continuo: ricercatori inglesi comprendono cosa c'è alla base del movimento delle cellule nel corpo. Siano esse cellule tumorali o immunitarie. Una scoperta con grandi potenzialità applicative.
Un algoritmo sofisticato e un modello teorico di ripiegamento delle sequenze aminoacidiche: un gruppo di ricercatori USA è riuscito a ottenere per la prima volta in laboratorio una proteina tridimensionale funzionante senza partire da una sequenza naturale.
Gli stati membri devono uniformarsi di più in materia di fondi alla ricerca, assumere numerosi ricercatori e promuovere i finanziamenti da parte dei privati. In Italia per un convegno, il commissario europeo fa il punto sulla situazione della ricerca in Europa.
GMES e GEO: ossia una rete europea di monitoraggio dell'ambiente, mediante l'uso di satelliti, reti esistenti e piattaforme terrestri e aeree. GMES passa alla fase operativa e decide le prossime azioni. Intanto, a livello globale, si attiva GEO, una rete mondiale nella quale lavorano 34 paesi.
Una gamma camera di dimensioni ridotte e costo contenuto, capace di fotografare tumori anche piccolissimi e di permettere la chirurgia radio guidata: è l'ultimo brevetto del CNR, che ha permesso la nascita di uno spin-off tra CNR, ricercatori e partner privati.
Tante sono le specie in via di estinzione sul nostro pianeta. Rapidi processi di industrializzazione, indiscriminato sfruttamento delle risorse ambientali e introduzione di specie aliene in ambienti dove esistono specie indigene incapaci di difendersi. Anche quest'anno, la lista rossa della IUCN è molto lunga.
Agisce su piani inclinati, verticali, sospeso in altezza o sottoterra: il robot messo a punto con tecnologie derivate dalla ricerca spaziale può essere utilizzato per monitorare la saldezza dei terreni rocciosi e per opere di consolidamento anche in zone critiche e pericolose per il lavoro manuale.
Migliaia di pitture e incisioni rupestri raccolte in vent'anni: un'analisi a livello mondiale riesce a correlare le informazioni sulle attività svolte e sulla dieta alimentare allo sviluppo dei processi cognitivi nelle diverse epoche e civiltà.
Uomini sul suolo americano già più di 50 mila anni fa e non solo 12 mila anni fa come finora pensato: una rivoluzione completa della storia del continente americano. È ancora un'ipotesi, ma supportata da analisi di reperti e dalla datazione di carbone fossile.
Non è la crescita di campi elettrici a far cadere un fulmine, ma un fenomeno diverso ancora poco compreso. Un fenomeno associato al rilascio di imponenti quantità di raggi gamma e raggi X, come rilevato da studi effettuati in Florida.