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Le meraviglie naturali viste da Darwin
Un giorno bellissimo
Oggi ci siamo svegliati e siamo partiti verso il Puente del Inca. Lo abbiamo visitato e Marco ci ha spiegato come si è formato, raccontandoci l’ipotesi di Darwin e quella di Lyell che era quella giusta. Ma prima ci ha fatto dire la nostra ipotesi. Dopo ci siamo fermati a mangiare i panini. (volvimos por la ruta que iba al hotel pero seguimos de largo al Bosque Darwin.)
Nel Bosco Darwin abbiamo visto grandi tronchi fossilizzati ancora in piedi. Carme e Pietro si sono seduti facendo finta che fossero dei troni. Diventava sempre più freddo perché il cielo si era rannuvolato e soffiava il vento. La strada per arrivare al Bosco Darwin è sterrata ma oggi era di fango schifoso: così abbiamo dovito fare due chilometri a piedi! Ma al ritorno il nostro carissimo autista Luis ce l’ha fatta a superare il guado e venire a prenderci. Continua
AVVENTURA AVVENTURA
Non immaginatevi granché. Però oggi una piccola avventura l’abbiamo vissuta. Nel pomeriggio (vi racconterò dopo che cosa abbiamo fatto la mattina) siamo andati a esplorare il Bosque Darwin. Si trova a 23 chilometri da Uspallata su una strada cosiddetta natural, cioè sterrata. Molto sterrata. A un certo punto poi la sterrata scompare e si trasforma nel letto di un fiume. Normalmente non è così, ma questa notte ha piovuto e sulle montagne oltre i 3000 ha anche nevicato… e il fiume si è gonfiato fino a portare via la strada natural. Per proseguire ci vorrebbe un fuoristrada 4X4. Con il nostro furgone non ce la possiamo fare.
Un dia de aventura!
Hoy nos levantamos a las 7,30, desayunamos rico, y nos hicimos unos sandwichitos para el viaje a Puente del Inca, cargamos agua y salimos a las 9 en busca de nuestro destino del día. Luis, nuestro chofer, estaba tranquilo porque el camino no tiene muchas curvas.
A las 10,30 llegamos al Puente del Inca que Darwin visito en 1835. Le habían dicho que al Puente lo habían hecho los Incas, pero él no creía eso y en cambio pensó que el río Mendoza había cavado el túnel a través de las rocas sedimentarias. Sin embargo, tampoco era así! Algunos años antes, su amigo el geólogo Charles Lyell, había dicho que “para entender el pasado había que observar el presente” (a mi tío ese pensamiento le gustó!) ¿Qué había observado Lyell? Que en muchas oportunidades, en el fondo de cañadas, de barrancas y de ríos se acumulaba nieve, sobre la que luego caían rocas, tierra y arena de los derrumbes, aprisionando el hielo debajo. Continua