14 gennaio 2008
Internet è una riserva virtualmente inesauribile di conoscenza, disponibile in ogni luogo con un solo click. Il progresso scientifico che dipende dall'uso di dati, informazioni e sapere scientifico, potrebbe essere fortemente stimolato dall'utilizzo della Rete. Purtroppo però l'accesso effettivo a tutti i dati scientifici è ostacolato da una serie di problematiche come i costi per l'accesso alla letteratura, che penalizzano le realtà più povere, e altri problemi che colpiscono tutti e che dipendono dalla mole dei dati immagazzinati nel Web e dal modo in cui sono archiviati.
Science Commons è un progetto che vuole promuovere la diffusione della conoscenza per stimolare la ricerca scientifica, e che propone alcuni strumenti, fra i quali l'Open Access e la rete semantica, per superare i “colli di bottiglia” di Internet. Sedna oggi parla di questo progetto ambizioso con Juan Carlos De Martin professore di ingegneria informatica al Politecnico di Torino e responsabile di Creative Commons Italia.
Science Commons nasce dall'associazione statunitense Creative Commons, famosa per l'ideazione di alcune innovative licenze in materia di diritto d'autore che promuovono la condivisione delle opere in modo democratico attraverso Internet. Lawrence Lessig, fondatore di Creative Commons e professore di legge all'Univarsità di Stanford, ci spiega come funzionano.
13 dicembre 2007
Usa il preservativo, nell’amore non rischiare. Un piccolo gesto di responsabilità può evitare una malattia terribile.
È l’invito che lancia Ambra Angiolini nel nuovo spot, di cui è testimonial, promosso dal Ministero della Salute nell’ambito della campagna 2008 di comunicazione contro l’Aids. Spot che vedremo in tv e al cinema a partire da gennaio. Il profilattico, che è il principale strumento di tutela dall’infezione dell’Hiv e altre malattie sessualmente trasmissibili, diventa così anche in Italia protagonista di uno spot istituzionale. Finora, infatti, nelle campagne nazionali anti-Aids, si faceva solo allusione al preservativo: ora esplicitamente se ne promuove l’utilizzo. Un vero cambiamento di rotta per il nostro Paese.
Sedna ne discute con Giuseppina Cersosimo, autrice di Un’epidemia contemporanea. L’Aids tra storia e costruzione sociale (Liguori 2004) e docente di Sociologia della devianza.
La Lila sul territorio nazionale ha 15 centralini telefonici che ogni giorno svolgono attività di consulenza e informazione. Nel 2007 i contatti sono stati più di 5000. Ma qual è il profilo dell’utente di Lila helpline? Quali sono le domande più ricorrenti? Risponde a queste e altre domande Diego Scudiero, presidente di Lila Bologna e membro della Commissione Nazionale Aids.
Viviamo in un'epoca di transizione. Come sempre, del resto.
Ennio Flaiano
7 dicembre 2007
23 novembre 2007
La ascolti dove vuoi, quando vuoi, come vuoi: è la radio nell’era digitale. Negli anni Settanta una nuova disponibilità tecnologica ha dato il via alla nascita delle radio libere, oggi la diffusione del web e l’allargamento della banda hanno permesso l’esplosione di nuove forme di produzione e di ascolto. Tra queste il il podcasting, una nuova forma di fruizione di contenuti audio e video, un potenziale sociale, culturale e creativo tutto da esplorare.
Ma come cambia la radio quando incontra le nuove tecnologie? Sedna ne discute con Peppino Ortoleva, professore di Storia dei mezzi di comunicazione all'Università di Torino, presidente di Mediasfera, una società di ricerca e progettaziobe sui media, e autore di numerosi libri sulla radio, tra cui Mediastoria (Il Saggiatore, 2002).
E il podcast è davvero una forma di trasmissione destinata a rivoluzionare il mondo della radiofonia? Ne parliamo con Marco Traferri, podcaster e autore del libro Podcasting che funziona (Apogeo, 2006).
Vedete, il telegrafo a filo e' un tipo molto, molto lungo di gatto. Voi tirate la sua coda a New York e la sua testa miagola a Los Angeles. Lo capite questo? E la radio opera esattamente allo stesso modo: voi mandate i segnali qui, e loro li ricevono la'. L'unica differenza e' che non c'e' alcun gatto
Albert Einstein
16 novembre 2007
9 novembre 2007
Un senso di minaccia pervade l'Italia e l'Europa: la paura di un'invasione alle porte dell'Occidente assilla le nostre case e si insinua nel nostro immaginario. Immigrati, neri, ebrei, zingari diventano capri espiatori di una società densa di conflitti interni e l'odio strumento di affermazione di diverse forze politiche. Ma da dove nasce questa paura? E che ruolo ha nel determinare la convivenza sociale?
Sedna ne discute con Roberto Escobar, professore di filosofia politica all'Università di Milano e autore dei libri Metamorfosi della paura e Il silenzio dei persecutori (Il Mulino). E se oggi esiste la tendenza a una criminalizzazione generalizzata degli immigrati, fino a poco tempo fa gli immigrati eravamo noi. Ne parliamo con Paola Corti, professoressa di storia all'Università di Torino.
Mentre in Italia si discute di emergenza sicurezza e immigrazione, l'Europa osserva con preoccupazione le manifestazioni di razzismo e di xenofobia verificatesi nel nostro paese. A Strasburgo proprio in questi giorni (8-9 novembre) si è riuniuto il comitato di esperti su Rom e Sinti (MG-S-ROM) del Consiglio d'Europa a cui ha partecipato OsservAzione, l'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la promozione dei diritti di rom e sinti in Italia. Ai microfoni di Sedna Nando Sigona, ricercatore all'Università di Oxford e membro di OsservAzione, che ha partecipato all'incontro europeo.