Per la prima volta i ricercatori possono mostrare una prova inequivocabile che l’effetto serra causato dall’attività umana sarebbe alla base dell’aumento delle temperature al Polo Sud.
Ecco la “smoking gun”, direbbero gli americani. Infatti per la prima volta è stata trovata una prova diretta che dimostra come lo scioglimento dei ghiacci della calotta antartica sarebbe causato dal riscaldamento globale prodotto dalle emissioni umane di gas serra nell'atmosfera. Ad annunciarlo sulle pagine della rivista “Journal of Climate” è stato un gruppo di ricercatori britannici e belgi guidati da Gareth Marshall del British Antartic Survey.
Il riscaldamento globale avrebbe prodotto una variazione nei flussi d’aria che circolano intorno all’Antartide attirando masse d'aria calda dal Sud America. Il primo e più macroscopico effetto di questa variazione delle correnti si è registrato nel 2002, quando dalla calotta che ricopre la Baia di Ross si è distaccato un enorme iceberg, il Larsen B (ascolta il racconto dalla voce dei ricercatori). "È la prima volta che si riesce a collegare direttamente un episodio come il distaccamento del Larsen B con gli effetti indotti sulle masse d'aria dai mutamenti climatici" ha spiegato Marshall.
Secondo i ricercatori anche se a livello medio la temperatura della penisola antartica negli ultimi cinquanta anni è aumentata solo di 2,2 gradi centigradi, in alcuni giorni particolarmente caldi a causa dei venti settentrionali, questa salirebbe fino ai livelli record di 10°C sopra la media. Sarebbero state proprio queste masse d'aria calda a modificare localmente il clima e a permettere all'iceberg di staccarsi dal resto della calotta di ghiaccio che ricopre la Baia di Ross. Le temperature record sono cicliche in Antartide, ma, come hanno spiegato i ricercatori, "mai prima d'ora avevano prodotto effetti come questi". I sedimenti raccolti in mare mostrano infatti che l'iceberg Larsen B è rimasto attaccato alla calotta per più di 5000 anni.
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