In una miniera d’oro del Sudafrica sono state trovate colonie di batteri a più di tre chilometri di profondità. La scoperta fa ipotizzare che possano esistere forme di vita anche in condizioni ambientali estreme, come su Marte o su Europa, il satellite di Giove.
Sono stati scoperti batteri in grado di sopravvivere a oltre tre chilometri di profondità, là dove non si credeva ci potesse esser vita. La scoperta è avvenuta in una miniera d’oro del Sudafrica ed è opera di T. C. Onstott della Princeton University e altri colleghi del Carnegie Institution's Geophysical Laboratory, che hanno scoperto e isolato una colonia di batteri davvero unica. Il loro studio è stato pubblicato da “Science” (vol. 314, n. 5798).
Alla profondità alla quale sono stati scoperti non arriva naturalmente la luce solare, fonte d’energia indispensabile per la vita; eppure i batteri hanno dimostrato di avere capacità autonome di sopravvivenza. Per vivere sono loro sufficienti lo zolfo e l’idrogeno geologici. "Se la vita è possibile anche senza l’energia di una stella allora su pianeti come Marte o il satellite di Giove, Europa, potrebbero vivere batteri simili", sostiene un comunicato della Carnegie Institution's Geophysical Laboratory.
La sopravvivenza dell’uomo e della maggior parte degli organismi viventi dipende dall’energia solare che permette il processo di fotosintesi, quindi la vita delle piante che sono alla base della catena alimentare. In ambienti bui, non raggiunti dalla radiazione solare, la vita è possibile solo in presenza di altre fonti energetiche. Alcuni organismi detti chemioautotrofi ricavano l’energia dalla trasformazione di composti chimici inorganici come lo zolfo e l’idrogeno. Questi batteri sono stati trovati in ambienti estremi come le falde acquifere, le bocche dei vulcani sottomarini, le riserve petrolifere.
Il team internazionale ha trovato la colonia in una frattura della roccia della miniera d’oro Mponeng vicino a Johannesburg. L’acqua intrappolata nella roccia rappresenta l’insolita abitazione dei batteri. “Noi crediamo che il solfato usato da questi batteri derivi da residui di vecchie falde freatiche miste ad antico fluido idrotermale. I batteri possono riprodursi in maniera illimitata dati i sufficienti input rappresentati dai processi geologici. La scoperta è affascinante perché suggerisce la presenza di numerose forme di vita sulla crosta terrestre ma soprattutto anche al di fuori della Terra” sostengono i ricercatori.
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