Risolto da un esperto informatico australiano il dubbio decennale sulla frase storica pronunciata del primo uomo sulla Luna
Una nuova perizia fonica sulla celebre frase che Neil Armstrong pronunciò mentre, per primo, metteva piede sulla Luna il 20 luglio del 1969, rivela che l'astronauta disse effettivamente: "È un piccolo passo per un uomo, un grande salto per l'umanità". Questa frase, notissima, era stata accompagnata in questi 37 anni da un dubbio: Armstrong aveva effettivamente detto "a small step for a man", frase grammaticalmente corretta, o nell'emozione del momento aveva dimenticato l'articolo "a" (cioè: "un")?
Sulla Terra, in effetti, 500 milioni di persone che assistevano in diretta televisiva all'evento, non avevano percepito quell'articolo e si dice che lo stesso astronauta si fosse lamentato con i direttori della NASA al ritorno: "Che diavolo, non ditemi che ho sbagliato la prima frase pronunciata da un uomo sulla Luna!".
Ufficialmente, però, Armstrong ha sempre sostenuto di aver pronunciato la frase correttamente. Ci sono voluti quasi quattro decenni ma ora la tecnologia del suono ha dato ragione all'astronauta americano. A realizzare lo scoop è stato un esperto informatico australiano che ha "ripulito" da tutti i disturbi radio la celebre trasmissione di quell'estate e ha "riscoperto" il suono "a" all'inizio della frase pronunciata da Armstrong.
Il ricercatore, Peter Shann Ford, ha potuto esaminare la registrazione originale della NASA con un software di montaggio del suono e ha individuato in una forma nitida un’onda acustica tipica del suono "a". Lo studio rivela che Armstrong ha pronunciato questo suono in soli 35 millisecondi. Cioè a una velocità dieci volte maggiore a quella che poteva esser ascoltata nella trasmissione ricevuta dai tecnici della NASA a Houston e dai milioni di telespettatori che seguivano l'impresa degli astronauti a stelle e strisce.
La ricerca di Ford è stata presentata in una conferenza stampa nella sede centrale della NASA di Washington alla presenza dello stesso Armstrong.
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