I dati raccolti dal SeagrassNet dimostrano un calo generalizzato delle piante marine in tutto il mondo.
Le estensioni di fanerogame marine sono in declino in tutto il mondo. I tratti di mare poco profondo coperti da piante marine (come ad esempio le posidonie nel Mediterraneo) rappresentano un habitat ideale per molti organismi marini, sono fonti importanti di cibo e permettono inoltre la stabilizzazione dei sedimenti. Eppure sono a rischio un po' dappertutto, e con esse è in pericolo anche l'esistenza di molte specie dal valore commerciale e la qualità stessa delle acque.
L'allarme è stato lanciato da Frederick Short, un esperto dell'Università del New Hampshire che nel 2001 ha avviato il programma SeagrassNet con l'obiettivo di monitorare la situazione delle piante marine in tutto il mondo e che oggi tiene controllo la situazione in 45 siti di 17 nazioni diverse. "Praticamente ovunque abbiamo cominciato a monitorare le piante marine, le abbiamo trovate in declino", spiega Short. E questo sembra accadere sia in zone protette che in zone aperte all'attività umana.
Ad esempio in un parco nazionale della Malesia, è dal 2001 che si assiste a una riduzione di queste piante, sia in siti incontaminati che in zone meno protette. Le immagini da satelliti sembrano mostrare che il declino è causato non tanto dai cambiamenti climatici, quanto dalle costruzioni sulla costa che hanno aumentato i livelli di sedimenti in sospensione nell'acqua. Questo ha portato a una riduzione della radiazione solare che arriva sul fondo, dove crescono le piante. In aree remote, come nelle regioni artiche canadesi della Baia di Hudson e di James, la riduzione delle fanerogame è dovuta alla presenza di un grande impianto idroelettrico che ha ridotto la salinità dell'acqua nella zona.
Gli impatti di un fenomeno di vasta scala possono essere molto alti. Negli anni Trenta dello scorso secolo, il 90% delle fanerogame dell'Atlantico settentrionale scomparve a causa di una malattia. Erano l'ambiente ideale per le cappesante, la cui industria da allora non si è di fatto più ripresa.
Ricercatori italiani scoprono segni di interventi sulle carie dentali risalenti al neolitico.
Il vincitore dell'importante premio per la matematica è Lennart Carleson e ha 78 anni.
Una nuova teoria sfida l'ipotesi dominante delle catastrofi: le estinzioni furono più graduali di quanto pensato finora.
Studio giapponese sottolinea che i gibboni sono magri perché manca loro un gene presente invece negli altri primati.
L'esperimento MINOS ha permesso di convalidare risultati già ottenuti nel 2002.
Realizzati cavi di materiali superconduttori ad alte temperature in grado di operare anche in presenza di campi magnetici.
Ricercatori italiani hanno ricostruito un sofisticato sistema usato ai tempi dei romani per falsificare le monete d'argento.
La capsula Foton M3 partirà nel settembre del prossimo anno per cercare di studiare il rimescolamento diffusivo.
L'analisi chimica dei minerali di rame dimostra che gli scambi fra le regioni a nord e a sud del grande deserto sono iniziati 400 anni prima del previsto.
I grandi mammiferi marini seguono un approccio simile a quello del linguaggio umano, organizzando in modo gerarchico i loro canti.
Un gruppo internazionale di esperti sta realizzando un nuovo tipo di materiale piezoelettrico.
I dati dell'osservatorio Chandra offrono nuovi indizi sull'evoluzione di questi misteriosi oggetti galattici.
La scoperta pubblicata su "Nature" suggerisce che sarebbe possibile ricavare staminali senza distruggere gli embrioni.
Su "Nature" alcuni esperti lanciano l'allarme: la ricerca inizia a dipendere troppo dai computer.
Entro la fine del secolo le temperature delle due calotte polari saranno simili a quelle di 130 000 anni fa, l'ultima era interglaciale.
Le analisi delle carote di ghiaccio del progetto Epica svelano i segreti del clima degli ultimi 740 mila anni.
Ha il collo più lungo rispetto alle dimensioni del corpo mai scoperto fino a oggi nei dinosauri.
L'onda è passata sulle isole dell'Oceano Indiano depositando uno strato di qualche centimetro di sabbia.
Una sonda giapponese mostra i dati prelevati dall'asteroide.